Un’economia al servizio delle persone

A Parma, una tavola rotonda per riflettere sui valori da porre alla base dell’agire sociale, dando centralità ai giovani e ai loro bisogni
Giovani e lavoro

È appena andato via da Parma il segretario nazionale della Cisl Raffaele Bonanni, quando sindacalisti, docenti universitari, imprenditori ed esponenti dell’associazionismo locale s’incontrano nella città verdiana per riflettere e dialogare su quella che è una vera e propria emergenza: il lavoro. Si tratta di un’iniziativa promossa da numerose associazioni e movimenti che a distanza di un anno si sono ritrovati per la seconda volta a riflettere sul mondo del lavoro, a pochi giorni dalla festa di san Giuseppe.
 
Bisogna pensare a un nuovo welfare che metta al centro i giovani e i loro bisogni. È questa una delle prime considerazioni che emerge dal convegno “Giovani, lavoro, impresa”. Questa volta al centro del dibattito vi sono non tanto i numeri, quanto i valori che vanno rimessi alla base dell’agire sociale.
Il cappellano universitario don Umberto Cocconi puntualizza che nel mondo di oggi «il lavoro è ridotto purtroppo a merce», e dunque vi è la necessità di formare i giovani «in scienza e coscienza». Attenta e precisa l’analisi svolta dal professore Franco Mosconi, che vede nella crisi che governa il mondo di oggi, e permea anche l’Italia, un segnale forte di richiamo: «C’è bisogno di passare dalla finanza fine a sé stessa e dal profitto accresciuto di trimestre in trimestre, a un’economia giusta – così come la definisce lo scrittore Edmondo Berselli –, ove è lo Stato a ridistribuire in modo equo la ricchezza».
 
«C’è da cambiare rotta – spiega il prorettore dell’università di Parma Guido Cristini –; attualmente il volano finanziario in giro per il mondo è 10 volte la ricchezza del mondo», un dato che porta conseguenze pesanti. È per questo che diviene urgente e prioritario “rimettere al centro l’economia reale – come sostiene Cristini –, un’economia che risponda ai bisogni delle persone, lavoratori e fruitori di servizi».
 
Nel dialogo, che diviene sempre più appassionato, un seme di speranza arriva dal progetto dell’Economia di Comunione presentato da Alberto Frassineti: «Si tratta di un’idea nata più di 20 anni fa in Brasile da Chiara Lubich; un’idea che vede le imprese aderenti destinare parte dei propri utili agli indigenti». Sono passati pochi giorni dal quarto anniversario della morte della fondatrice del Movimento dei focolari, e l’idea alla base dell’EdC coinvolge tutti. «Per Chiara Lubich – continua Frassineti – prima di tutto, prima del profitto, vi è la persona, così chi dona e chi riceve hanno pari dignità». Come diceva Chiara Lubich «l’indigenza si vince quando scatta la fraternità»; può essere questa una regola ancora valida che vale forse la pena di mettere in pratica. Se vi sarà maggior fraternità fra tutti, forse ci saranno meno poveri e più giovani contenti di lavorare e dare il proprio contributo alla società.

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