Una sanatoria per gli stranieri

Dopo Brescia, gli immigrati protestano anche a Milano invocando la regolarizzazione.
Tafferugli a Brescia

Restano sulla Torre “ex Carlo Erba” alla periferia di Milano i cinque immigrati, un argentino e quattro egiziani, che da venerdì scorso protestano «per solidarietà ai loro compagni di Brescia». Non demordono e dopo tante notti al freddo e sotto la pioggia battente non intendono scendere a terra e terminare la protesta. Come i colleghi bresciani, quelli del gruppo milanese invocano, con appositi striscioni ben visibili, una “sanatoria per tutti”. Per domenica prossima, 14 novembre, il “Comitato immigrati Milano” ha organizzato una manifestazione, sostenendo l’iniziativa con un appello: «Ora siamo stanchi: permesso di soggiorno subito!».

 

Gli immigrati «denunciano una situazione che coinvolge almeno 50 mila persone, tutte “truffate”, così dicono loro,  da una sanatoria farsa per la quale hanno sborsato migliaia di euro e da cui la maggioranza è rimasta esclusa per motivi pretestuosi». La sanatoria del 2009, spiega il Comitato in una nota, «si rivolgeva, in­fatti, solo a due categorie di lavoratori, colf e badanti, escludendone così la maggior parte». Anche il presidente della Regione Formigoni si è fatto sentire, spiegando che «Sarebbe bello poter accogliere tutti, ma ci sono limiti oggettivi. La Lombardia ha il numero più alto di stranieri». E anche se l’impegno della Regione è di continuare con l’integrazione di chi è regolare, «il numero degli immigrati va regolato – ha concluso Formigoni – non può essere indefinito».

 

Molte le dichiarazioni di solidarietà giunte ai manifestanti. Volantini, messaggi, fax vengono lasciati alla base della torre anche da parte di esponenti dei partiti e delle organizzazioni sindacali. Il messaggio che arriva da tutti è forte e duro: i migranti non sono delinquenti, tanto meno carne da macello per lo sfruttamento e la criminalità organizzata. Per questo, oggi più che mai, è di fondamentale importanza una battaglia comune per il riconoscimento dei medesimi diritti e delle medesime condizioni di lavoro dei cittadini italiani . Ricattatorio è utilizzare gli immigrati come forza lavoro in nero finché è conveniente e privarli, poi, del riconoscimento dei più elementari diritti. «La nostra – ha detto Edda Pando, del “Comitato immigrati Milano”, parlando ai giornalisti negli stand del presidio permanente di solidarietà sotto la torre-ciminiera – è una protesta pacifica. Da qui la violenza non partirà mai: se dovesse accadere qualcosa, la responsabilità sarà delle forze dell’ordine e dello Stato”.

 

È un riferimento diretto a quanto avvenuto a Brescia, dove la polizia ha sgomberato con la forza il presidio sotto la gru, sulla quale dal 30 ottobre scorso si trovano sei immigrati. Come a Brescia, anche a Milano gli immigrati non hanno alcuna intenzione di scendere, continuando con una clamorosa protesta che rischia di estendersi ad altre città. Domenica 14 ci sarà dunque una riunione nazionale delle associazioni antirazziste, e dal presidio promettono che, se non arriveranno risposte dalle istituzioni, potrebbe scattare uno sciopero della fame di immigrati e italiani.

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