Una Natività nera

A Pianvignale nelle montagne tra Piemonte e Liguria la storia di Kerry, Blessing e Chiara, una famiglia di profughi ghanesi che interpretano la Sacra Famiglia
Kerry e Blessing

Da "accolti per forza" alla Sacra Famiglia. La storia di Kerry, Blessing e della piccola Chiara di sei mesi, ha qualcosa di straordinario. Nei giorni della "Lieta Novella2 è davvero una buona notizia. Nel presepe vivente di Pianvignale, un piccolo borgo montano di Frabosa Sottana, in quelle montagne che dal cuneese vanno verso il mare della Liguria, Maria, Giuseppe e Gesù Bambino sono interpretati da una famiglia di profughi centrafricani, giunti in Italia dopo i recenti eventi accaduti in Libia. Ospitati a malavoglia in un albergo tra gli accolti a Frabosa, località sciistica che la Regione aveva indicato tra le mete dei profughi, Kerry, Blessing e poi Chiara – nata proprio in Italia –, sono stati aiutati e adottati dalla piccola comunità montana. Prima il dramma vissuto dalla coppia e ora una bella storia di integrazione.

 

Kerry Salomon, un uomo di due metri di altezza, la moglie Blessing un’opulenta donna ghanese sempre sorridente. Fuggiti dai campi profughi della Libia a maggio, hanno vissuto l’odissea del viaggio in mare, lei incinta all’ottavo mese, quando approdano sulle coste di Lampedusa. Lui finisce tra i profughi qui nel monregalese, lei in un centro di accoglienza a Palermo, in attesa di mettere al mondo la sua bimba. I due si ritrovano a luglio grazie alla buona volontà di volontari e di un parroco, don Gianni, che prestano ascolto agli appelli dell’uomo desideroso di ritrovare la moglie e di vedere la sua bambina appena nata. Dopo due mesi la famiglia è riunita sotto un tetto offerto dalla comunità di Alma Pianvignale ed hanno anche un lavoro mentre ora il tetto che li accoglie è la capanna che ricorda quella di Betlemme.

 

Si tratta di una bella testimonianza natalizia di amorevole accoglienza, che offre attraverso il presepe vivente, un vero messaggio natalizio di fraternità e solidarietà per tutti i sofferenti della terra. L’inedita “Natività nera“ si ripete ancora giovedì 5 dicembre alle 21. La cometa guida i pastori alla capanna dove il bue e l’asinello riscaldano Gesù Bambino, e sulla strada verso la capanna i personaggi del presepe mostreranno ai visitatori come un tempo si intrecciavano le ceste, come si macinava la farina e si cuoceva il pane, come si fondeva e si batteva il ferro, come si faceva il bucato. E non mancano Erode con la sua corte di giocolieri e ancelle, i centurioni romani, artisti e mendicanti, pastori e boscaioli. E poi l’arrivo, nell’antico borgo illuminato dal chiarore delle fiaccole e dei bracieri, dei Re Magi a cavallo con la loro corte al seguito.

 

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