Una governance mondiale per l’ambiente

La giornata del forum dedicata all'ambiente e all'acqua. Presente Felis Finkbeiner, il bambino che ha fatto piantare un milione di alberi. Dal nostro corrispondente  
Greenaccord

Difendere l’ambiente è cosa di tutti, delle istituzioni e dei cittadini. Il Forum internazionale dell’Informazione per la salvaguardia della natura “People building future: media, democrazia e sostenibilità”, porta esempi da tutto il mondo e sta dando indicazioni preziose. A Gustavo Olveyra, ministro del Turismo dell’Uruguay, il compito di aprire il dibattito con una lectio magistralis sul tema.

 

«In Uruguay abbiamo da tempo capito che le decisioni sulle questioni ambientali non possono essere prese senza aver prima ascoltato i cittadini – ha spiegato Olveyra -. La loro partecipazione nella costruzione delle politiche ambientali è essenziale perché il diritto all’ambiente sano è uno dei cardini della vita democratica. Ecco perché bisogna far conoscere ai cittadini l’ambiente in cui vivono e loro devono far conoscere a chi deve prendere decisioni politiche le proprie esigenze. Solo da questo scambio possono scaturire le decisioni giuste per la tutela del territorio, che siano, al tempo stesso, condivise dalle popolazioni locali. La cultura ambientale è qualcosa che si impara fin dalle scuole».

 

E così serve una governance mondiale che in modo democratico coordini le politiche ambientali perché lo sfruttamento ineguale delle risorse danneggia i diritti non solo della generazione presente ma anche di chi ancora non è nato.

«Abbiamo la necessità di considerare tre problemi – dice Amedeo Postiglione, presidente onorario della Corte di Cassazione e direttore della Fondazione Icef (International Court of Environmental Foundation) – : il depauperamento delle risorse, la loro degradazione e il diseguale accesso ad esse. Il principio etico dell’equità deve trasformarsi in principio giuridico e politico». Da qui l’esigenza di un organismo che finora è mancato e che dovrà essere uno dei punti cardine della prossima conferenza Onu a Rio dedicata allo sviluppo sostenibile.

 

È una richiesta enunciata da Papa Benedetto XVI nella sua enciclica Caritas in Veritate e ripresa dal Parlamento europeo, che ha proposto la creazione di due autorità: un’Agenzia mondiale dell’Ambiente presso l’Onu e una vera Corte di giustizia internazionale che giudichi sui reati ambientali. Per aumentare la partecipazione e il controllo democratico sulle questioni ambientali, molto si può fare anche a partire dal livello locale, a partire dalla gestione dell’acqua.

 

«Le istituzioni più vicine ai cittadini sono quelle più facilmente influenzabili dall’opinione pubblica – spiega Robert Engelman, direttore esecutivo del Worldwatch Institute -. Le istituzioni locali devono sentirsi responsabili verso i cittadini e dialogare con loro. E avere il senso di responsabilità di rappresentare tutti. Non solo gli elettori ma anche le generazioni future. In modo che tutti possano beneficiare di una governance intelligente delle risorse comuni». «C’è un unico strumento principe che permette la partecipazione dei cittadini sulla gestione delle risorse idriche – spiega Hachmi Kennou, governatore del World water council – ed è la governance pubblica di questo bene primario, non solo con i propri rappresentanti all’interno delle istituzioni rappresentative, ma anche attraverso i comitati degli utenti e i comitati degli agricoltori».

 

Sabato 22 protagonista è un bambino di 13 anni,  diventato un’icona della lotta mondiale contro la deforestazione. Felis Finkbeiner,  negli ultimi quattro anni, è riuscito a far piantare un milione di alberi in tutto il globo. Un’impresa resa possibile dalla sua associazione, Plant for the Planet, presente in oltre 70 Paesi e che coinvolge molti altri bambini. Piccoli come età, ma estremamente maturi, vista la lungimiranza del loro progetto, riassunto nel motto “Stop talking, start planting” (Basta parlare, inizia a piantare): abbassare le emissioni di anidride carbonica a livello mondiale, pagare le multe e avviare un’opera imponente di riforestazione. L’obiettivo? Altrettanto ambizioso: piantare un miliardo di alberi in dieci anni, grazie allo sforzo collettivo di tutti i bambini del Pianeta.

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