Una bolla d’aria per proteggere il Cenacolo

Un sistema di filtri protegge il capolavoro leonardesco dalle polveri sottili che ne minacciano la sopravvivenza
cenacolo

Una bolla d’aria rarefatta: è questa la barriera in grado di fermare le polveri sottili attorno al capolavoro di Leonardo, L’ultima cena, custodito in Santa Maria delle Grazie. Un impianto in grado di ingabbiare il Pm10 trattenendo tutte le impurità, anche questi microscopici granelli con un diametro inferiore al milionesimo di metro: lo si è visto nei giorni dell’emergenza dell’ultimo mese, in cui il livello di polveri sottili all’interno del Refettorio è stato inferiore di oltre il 94 per cento rispetto all’esterno.

 

Un pool esperti della Cornell University (New York), dell’università del Wisconsin e del Laboratorio di ricerca ambientale (Lars) della Società italiana di medicina generale, riuniti intorno a luminare degli studi sull’inquinamento della University of Southern California Constantinos Sioutas, per un intero anno hanno prelevato campioni dell’aria all’interno e all’esterno del Refettorio della basilica.

 

Poi un altro anno di analisi scientifiche sulle polveri raccolte e di studi sui loro contenuti, la loro composizione chimica e in che modo possono danneggiare e annerire quel fragilissimo strato di pittura che, dalla fine del Quattrocento, è tuttora sulla parete. «Dopo gli ultimi rilievi fotografici, sappiamo qual è lo spessore della materia pittorica originale. In alcune parti lo strato è molto sottile, in altre la pittura è persa. La superficie del muro è scabra, "increspata": la polvere si aggancia con estrema facilità e si deposita di più rispetto a una superficie liscia e compatta». Così spiega Pinin Brambilla Barcilon, responsabile dell’ultimo restauro, durato più di vent’anni.

 

C’è un’unica possibilità per allungare la vita dell’ Ultima cena e consegnarla alle future generazioni: se si pulisce l’aria, non si dovrà più pulire il dipinto. «Si fanno solo spolverature leggere – continua Pinin Brambilla Barcilon -, l’ultima si concluderà lunedì. L’augurio è che non si facciano più restauri "pesanti", peraltro non più possibili». Il corpo dei colori è talmente fragile che non si potrà più «curarlo», bisogna solo proteggerlo.

 

« Il sistema di protezione – dice Ario Ruprecht, del Lars – impiega sia filtri "assoluti", in grado di bloccare le particelle sub-micrometriche con diametro inferiore al milionesimo di metro, sia filtri a carbonio attivo che trattiengono i gas inquinanti, come gli ossidi di zolfo, gli ossidi di azoto, l’ozono». L’esame compiuto ha dimostrato inoltre che possono accedere più visitatori: si è passati da 25 a 30 ogni quindici minuti. In concreto visitano l’ultima cena 200 persone in più al giorno.

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