Un presente “giovane”

Intervista dall’Ungheria a Maria Guaita e Andrew Camilleri, responsabili mondiali dei Giovani per un Mondo Unito. «Queste azioni di fraternità non sono solo grandi eventi, ma tasselli per un mondo più giusto e in pace».

Maria Guaita e Andrew Camilleri, responsabili mondiali dei Giovani per un Mondo Unito hanno aperto la Settimana mondo unito 2010 in Ungheria a Esztergom, città al confine con la Slovacchia. Un luogo simbolo che segna la volontà di gettare ponti di dialogo tra le due nazioni. Li abbiamo intervistati per la redazione ungherese di Città Nuova.

 

Sui giovani si stilano analisi, rapporti…un universo sotto indagine costantemente. Voi lavorate in un osservatorio privilegiato un centro internazionale dove afferiscono tante voci dal mondo. Quale la vostra impressione?

Andrew Camilleri : «Anche qui al confine  tra l’Ungheria e la Slovacchia, l’impressione che permane è che i giovani siano “persone normali”. Anche tra loro ci sono  cattolici praticanti, o cristiani di altre chiese. Alcuni professano altre religioni o ci sono quelli senza un credo di riferimento particolare. Eppure quelli presenti qui  hanno a cuore una finalitá, che nasce della spiritualitá di Chiara Lubich, del Movimento dei Focolari : il mondo unito. Questi giovani sono persone che sanno guardare negli occhi l’uno dell’altro, con tanta semplicitá e vogliono costruire insieme, anche se ci sono state ad esempio situazioni di attrito nel passato, amplificate oggi anche dai media, ma sono qui su questo ponte per vivere insieme una giornata storica e questo per loro conta. Questi giovani credono nei valori piú alti dell’umanitá e vogliono vivere di conseguenza.

Lavorando nel centro mondiale dei Giovani per un mondo unito ci accorgiamo che a livello planetario tutti hanno grandi ideali, vorebbero spendere bene questa vita, sono molto sensibili ai dolori della societá, e non hanno paura di mettere il dito sulla piaga dei più disparati dolori. Non gli basta la solidarietá, la tolleranza. Vogliono entrare nella pelle dell’altro, capirne l’ottica, le idee dell’altro, per capirsi piú profondamente e per essere veri fratelli. Tante volte si sente dire, che i giovani sono il futuro, ma prima di tutto sono un presente e questo non va dimenticato».

 

Maria Guaita: «Non é solo la possibilitá, la speranza di un futuro migliore che ci deve far guardare ai giovani come oggetti d’attenzione. In loro ci sono già i semi del futuro, semi che dovrnno crescere, svilupparsi, ma sono giá presenti. La settimana mondo unito é un intuizione profetica di Chiara Lubich, perché vuole proprio mettere in luce come la fraternità vissuta anche dai giovani può incidere sulle istituzioni, sull’opinione pubblica e sono fatti che testimoniano che un mondo unito è possibile. La scelta di fare questa giornata qui in Ungheria é stata una scelta in questa direzione».

 

Un consiglio ai formatori… 

Andrew Camilleri : «Noi vediamo, che come adulti dobbiamo essere lí accanto ai giovani e prestare il nostro servizio. Deve venir fuori che abbiamo tanta fiducia in loro e aiutarli a portare avanti quello pensano, gli ideali che hanno a cuore. Quello che si costruisce oggi, é quello che poi ci si trova domani. Non si ha futuro senza una base per cui noi dobbiamo contribuire a dare solidità alle loro idee. Non siginifica fargli fare ciò che tu hai sperimentato, ma scoprire con loro, mettersi nei loro panni, far circolare l’amore e la stima e poi dar continuità, sostegno alle loro opere. E’ successo così anche a Esztergom e a Sturovo: i giovani sono stati aiutati dai parroci, dai genitori, dalle famiglie, insomma da tanti adulti. Questo servizio dá il coraggio di andare avanti».

 

La settimana Mondo Unito è un grande evento. Cosa rimane nella vita dei giovani e nel loro futuro da adulti?

Maria Guaita:  «Penso chi ha vissuto un esperienza come questa, viene costruito dentro, e quindi é un esperienza destinata a portare molti frutti nella vita di chi l’ha vissuta. Adesso sono giovani, domani saranno adulti, ma é un esperienza incancellabile. Abbiamo visto che questi giovani credono fermamente che la fraternitá é possibile, e danno tutto per raggiungere l’ideale in cui credono, danno la loro intelligenza, la loro creativitá, e soprattutto sono disposti anche a vedere la storia passata come una possibilitá di un amore maggiore, non solo come un opposizione tra un popolo e l’altro».

 

Andrew Camilleri: »La radicalitá di oggi, magari non si esprime come accadeva in altri anni, ma i giovani sono sempre radicali, totalitari. Quando si fa un esperienza forte e si arriva a toccare con mano il dolore e a sperimentare dentro una sorta di resurrezione, allora abbiamo una garanzia per il futuro. Un’esperienza di morte di se per amare l’altro resta dentro ed è destinata a tanti frutti nel futuro sia che ci si sposi o si scelaga il sacerdozio, rimane per sempre e questo mi tranquillizza per l’avvenire».

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