Un Paese in ostaggio

La cacciata della procuratrice Luisa Ortega che sostiene di avere le prove della corruzione del presidente Maduro e del suo uomo forte Diosdado Cabello. Nella sessione della Assemblea nazionale costituente (Anc) del 4 agosto, Diosdado Cabello ha dato lettura dell'articolo 349 dell'attuale Costituzione, nel quale si stabilisce che i poteri repubblicani non potranno opporsi alle decisioni di una Anc. Il 12 agosto è stato approvato in plenaria l'anticipo delle elezioni dei governatori ad ottobre anziché a dicembre. Il paese corre verso la militarizzazione  

«Non permetteremo più deviazioni di potere! Ora c’è la Costituente a mettere ordine!».

L’ha affermato Delcy Rodríguez, presidente della “Assemblea super partes” entrata in funzione lo scorso 4 agosto nonostante la condanna dell’opposizione – che non aveva presentato candidati -, degli Stati Uniti, dell’Unione europea e di una decina di altri governi ed organismi multilaterali.

In effetti, i primi provvedimenti dell’organismo sono stati la destituzione della Procuratrice generale della Repubblica Luisa Ortega – chavista di lunga data ora critica di Maduro -, la soppressione del Parlamento nelle sue funzioni, l’anticipo delle elezioni dei governatori e il varo di un progetto di legge «contro l’odio e l’intolleranza e per la convivenza pacifica».

La procuratrice Ortega aveva preso le distanze dal governo di Maduro quando questi aveva dichiarato il Parlamento in ribellione, cominciando a fare annullare dalla Corte Costituzionale ognuna delle leggi approvate, ed aveva denunciato l’incostituzionalità della nuova Assemblea nazionale costituente (Anc). Il governo l’ha accusata di collaborazionismo con la destra e con i governi stranieri in complotto per la caduta di Maduro, e dopo averla destituita ha stretto su di lei una pressione giudiziaria che l’ha indotta a fuggire dal Paese in motoscafo fino all’isola di Aruba per poi rifugiarsi in Colombia, dove il presidente Santos le ha assicurato asilo politico. Dalla Colombia la Ortega si è già recata in Brasile e prevede altri viaggi per fornire elementi agli inquirenti delle numerose cause aperte negli Usa, in Spagna, Messico, Brasile e Colombia contro il colosso brasiliano dell’edilizia Odebrecht, protagonista dichiarato di casi di corruzione partiti dalle indagini della mega operazione Autolavaggio che ha provocato la caduta in Brasile di numerosi politici ed imprenditori di primissimo piano, fra cui l’ex presidente Lula. L’ex Procuratrice generale afferma di avere prove dell’implicazione dello stesso presidente Maduro, del suo uomo forte Diosdado Cabello, a cui Odebrecht avrebbe depositato 100 milioni di dollari in un conto bancario di una ditta di proprietà di suoi cugini, e di José Rodríguez, fratello di Delcy, presidente dell’Assemblea costituente. Maduro ha contrattaccato assicurando di avere consegnato alla Ortega prove di casi di corruzione di alcune aziende appena pochi giorni prima della destituzione, e che l’istituzione da lei diretta, anziché indagare le avrebbe cestinate ed avrebbe messo in avviso i colpevoli. In base a questo, il successore di Hugo Chavez ha fatto emettere un ordine di cattura internazionale della Ortega diretto all’Interpol. «Stai con l’oligarchia colombiana e con i “golpisti” brasiliani. Dimmi con chi stai e ti dirò chi sei», l’ha apostrofata Maduro.

Nella sessione della Anc del 4 agosto, Diosdado Cabello ha dato lettura dell’articolo 349 dell’attuale Costituzione, nel quale si stabilisce che i poteri repubblicani non potranno opporsi alle decisioni di una Anc, ratificando con ciò le attribuzioni plenipotenziarie della stessa. Immediatamente dopo, il consesso ha votato all’unanimità un provvedimento col quale assume le competenze del Parlamento, a maggioranza oppositrice, di fatto reso inutile da mesi, come detto, ed ha ricordato che «tutti gli organismi del potere pubblico sono subordinati all’Anc». La presidenza del Parlamento non era presente, in protesta contro l’esistenza stessa dell’Anc, che ha ripudiato insieme a «tutti i provvedimenti emanati dalla stessa» con una lettera aperta nella quale l’ha definita «fraudolenta».

Il 12 agosto è stato approvato in plenaria l’anticipo delle elezioni dei governatori ad ottobre anziché a dicembre, motivando la decisione con la necessità di «abbassare la tensione nelle piazze», dopo oltre quattro mesi di proteste con 125 morti – ad oggi – oltre un migliaio di feriti e un numero difficile da precisare di arresti. L’opposizione, formata da 34 partiti, s’è divisa in due fronti. Il primo si sta affrettando a presentare candidati vincenti, il secondo è critico circa l’opportunità di presentarsi alle urne, dato le precedenti frodi elettorali denunciate dalla stessa azienda incaricata del conteggio dei voti per la Anc, che ha denunciato l’aggiunta di almeno un milione di voti inesistenti, cosa che ha spinto persino candidati di piccole organizzazioni filo-chaviste a denunciare la perdita dolosa dei seggi assembleari che altrimenti avrebbero conquistato. Ora la Smatmatic, l’azienda in questione, è stata sostituita da una legata a un assembleista chavista, il che non piace affatto a questo secondo settore dell’opposizione. Anche perché per l’abilitazione nelle liste è richiesto che ciascun candidato presenti una dichiarazione di buona condotta approvata dall’Anc. Ma non presentarsi sarebbe darla vinta, al 100 %, al partito di governo…

1° parte. Continua.

I più letti della settimana

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons