Un evento per tutto il Sud

Intervista al rettore dell'università per gli stranieri di Reggio Calabria. «Recuperare l'identità culturale mediterranea».
Rettore Salvatore Berlingò

«Qui a Reggio Calabria ci sono molte aspettative per un’agenda che, come dice il programma della Settimana sociale, intende articolare la speranza», fa presente Salvatore Berlingò, rettore dell’università per stranieri “Dante Alighieri”, iniziando l’intervista.

 

Non c’è il rischio che sia liquidata come una faccenda per soli cattolici?

«Proprio il fatto che a tema è posta la speranza, la Settimana sociale sta suscitando qui un interesse che va al di là della cerchia propriamente cattolica. Per altro, le nostre popolazioni sono, sia pure tradizionalmente, molto religiose. In tutto l’ambiente, perciò, c’è grande attesa per quest’evento».

 

Che significato riveste in questo momento una Settimana sociale al Sud e in una città emblematica come Reggio Calabria?

«Credo significhi la recuperata attenzione della Chiesa italiana alla necessità di una maggiore presenza e di un più qualificato impegno dei cattolici anche nell’ambito politico inteso in senso ampio. È infatti importante incidere in concretezza, se si vuole poi proporre e sostenere una serie di ideali e di valori».

 

O c’è la concretezza di una testimonianza comunitaria, oppure restano chiacchiere per il Sud.

«Proprio così. In una realtà come la nostra se non si dà un contributo al reale superamento delle problematiche che ci affliggono, soprattutto di carattere sociale, come l’emarginazione e la disoccupazione, è difficile poi fare un discorso sui valori e sugli ideali, e ancor più difficile sul piano culturale. Sono convinto che, alla lunga, la penetrazione nella società di stili irreprensibili e di comportamenti di carattere legale sia il frutto di una formazione culturale. Ma è altrettanto vero che prima bisogna porre i presupposti di una vita possibile».

 

Le istituzioni culturali locali che valutazione danno della scelta di Reggio come sede di questa edizione della Settimana?

«C’è il riconoscimento di un’identità culturale che si sta anche qui riscoprendo e l’avvenimento può aiutare a riaffermare il valore della cultura anche classica all’interno di un Mediterraneo che può ritrovarsi se recupera, pur nella diversità delle componenti, un’unità del primato culturale e un comune sentire riguardo alle sfide che l’uomo può praticare se crede in un ideale che lo trascende».

 

Una sfida ulteriore nel già complesso quadro di cui la Settimana tiene conto.

 «Non è altro che mettere in evidenza la molla per gli uomini che hanno origine nel Mediterraneo, cioè di farsi civilizzatori dell’interno pianeta. Questo è stato tipico della civiltà o delle civiltà mediterranee. Esse hanno affrontato la sfida di universalizzare il loro messaggio. In un epoca di mondializzazione, il recupero di questa identità culturale che viene dal Mediterraneo, e di cui Reggio è baricentrica non solo dal punto di vista geografico, ma anche da un punto di vista storico e culturale, è davvero importante».

 

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