Un corteo pacifico per ricordare le vittime

In 200mila hanno sfilato a Tirana con fiori e candele che sono stati deposti davanti al Parlamento, dove la scorsa settimana erano morti tre oppositori del Governo
Tirana

Erano più di 200mila i partecipanti al corteo della memoria che si è snodato per le vie principali di Tirana fino al Parlamento. Lì sono stati deposti fiori e candele per ricordare i tre manifestanti uccisi dalla guardia repubblicana durante la manifestazione contro il governo di Berisha. Su quel luogo di sangue sono stati i lumini a parlare e la commozione, nessuno spazio a rivendicazioni di parte o a propagande dell’opposizione, la voce spettava solo al dolore e al ricordo, come è nella tradizione albanese.

 

“Una sorpresa per il Governo che si aspettava il replay della scorsa settimana, condito di rabbia ed esasperazione", commenta Milton, un giovane medico impegnato in politica e preoccupato per il suo Paese.

In città la settimana è stata tranquilla si sono susseguiti i colloqui ufficiali con il rappresentante dell’Unione Europea e il rappresentante Usa per chiarire meglio le azioni politiche da intraprendere per garantire la pace a tutto il Paese, senza che la protesta valichi i confini albanesi.

 

In realtà gli animi dei cittadini sono tutt’altro che tranquilli, bombardati da un rimbalzo di accuse reciproche tra l’opposizione socialista e il primo ministro. Quest’ultimo ha avuto espressioni particolarmente pesanti sulla protesta arrivando ad insinuare che “i morti erano stati voluti dai sostenitori di Edi Rama, leader della protesta, per sfoggiare i martiri della causa”. L’opposizione dall’altro canto sostiene che l’attuale classe politica non rappresenta il Paese e che appena tre o quattro deputati di scarto garantiscono la maggioranza, che con questi numeri è soggetta a costante instabilità e a strumentalizzazioni. Il video poi che riprende un ministro durante un’azione di corruzione è stato innalzato come vessillo della battaglia, perché questa è una triste realtà per l’intera nazione e riguarda tutti gli uffici pubblici e i servizi statali.

 

La propaganda quindi resta accesa sui due fronti, anche se le morti, ritenute ingiuste, dei tre manifestanti non possono lasciare indifferenti. “Ma davvero poche migliaia di persone, armate di pietre e ombrelli meritavano di essere puntate con i fucili? Continua a domandarsi Milton. “C’erano gli idranti, i lacrimogeni e invece si sono colpite, persino manifestanti distanti dal Parlamento e da quelli che si preparavano all’assalto, anche questi con dei sassi in mano”.

 

Il presidente temeva un golpe e ha reagito… “Continua a reagire accusando tutti quelli che non può controllare – spiega Milton-. I procuratori, i servizi interni, l’opposizione e il presidente della Repubblica, mentre andrebbero affrontati i problemi veri, bisognerebbe garantire la legalità e la giustizia. Come si fa a fidarsi se poi i mandati contro i membri della guardia che hanno sparato, sono stati emessi e non sono stati eseguiti?”. L’Albania ha ottenuto da poco la liberalizzazione dei visti, unico Paese dei Balcani i cui abitanti non potevano muoversi con libertà. “Si temeva una fuga di massa all’estero e richieste di asilo politico, ma non è accaduto nulla di tutto ciò, conclude Milton. La gente non ha i soldi per pensare all’emigrazione, le rimesse sono diminuite e quindi servono riforme serie, e tutto il Paese le vuole”.

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