Trilogia Romana

Si apre la stagione estiva del Teatro dell'Opera romana alle Terme di Caracalla, con la compagnia catalana Fura dels Baus e la sua interpretazione dei tre poemi sinfoinici di Respighi
Fura dels Baus

La Fura dels Baus, prestigiosa compagnia catalana, ha aperto sabato 2 luglio la stagione estiva del Teatro dell’Opera romana alle Terme di Caracalla. Serata tiepida, l’orchestra sul palco, diretta da un maestro ormai celebrato come Charles Dutoit. Carlus Padrissa, della compagnia catalana, regista, ed Emmanuel Carlier, videorealizzatore, hanno commentato visivamente i tre poemi sinfonici di Ottorino Respighi: Feste Romane (1928), Fontane di Roma (1916), Pini di Roma (1924).

 

La magia sinfonica del tessuto musicale, ricco di luci, screziato e trionfante, leggerissimo talvolta e scherzoso, fornisce ad ogni ascolto l’impressione di sentire una “guida musicale” della città e della sua storia. Lo schermo gigantesco dietro l’orchestra ha visto galleggiare un mondo surreale di corpi che nascevano e si trasformavano, di movimenti in bianco e nero persi nella luce e nell’ombra: la vita in definitiva dal suo sorgere al suo sviluppo, al suo trasformarsi.

 

Nei Pini di Roma, la “rappresentazione” di Apollo e Dafne riecheggiava la scultura del Bernini, con due giovani che si ricorrevano tra le fronde per poi lasciare un Apollo desolato a contemplare l’amata diventata un alloro. Il brano si concludeva con una splendida “passeggiata animata” dei pini marittimi sull’Appia antica, un pezzo di forte suggestione visionaria.

 

Un tripudio di corpi danzanti commentavano invece Le fontane di Roma, in un intrecciarsi di forme quasi a dire la forza fisica e creatrice dell’acqua. Immaginifico infine lo squarcio delle Feste romane con inserti di frammenti di film degli anni Cinquanta – Sessanta (Fellini e amici), a raccontare in dissolvenze vicoli e vita notturna delle vecchia Roma. Una Roma che non c’è più? Non si direbbe, perche la Fura l’ha fatta rivivere, complice la musica di Respighi, come un viaggio attuale in una città che è come una gran madre che abbraccia tutti.

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