Tre città per un sogno

La fiera dell'editoria e dell'impegno di Grottaferrata ha riunito attorno all'ultima biografia di Chiara Lubich di Armando Torno, i due primi cittadini di Rocca di Papa e di Grotta e il vicepresidente della provincia di Trento
Trento
Che il libro di Armando Torno – edizioni Città Nuova – “Portarti il mondo tra le braccia – vita di Chiara Lubich”, potesse essere considerato un “caso” letterario, molti ne erano convinti sia per la protagonista, sia per l’autore stesso, sia per lo scenario descritto. Ma quel che più sorprende, presentando il libro, è l’eco che risuona in luoghi e in persone le più varie e le più impreviste. Per scoprire qualche aspetto di queste imprevedibilità dobbiamo fare una puntatina a Grottaferrata, località dei Castelli Romani.

 

Da 411 anni, la cittadina è sede di una importante Fiera Nazionale che è stata per secoli una sicura vetrina per il settore agricolo, vitivinicolo: risorse territoriali di eccezione per tanto tempo. Quest’anno l’amministrazione comunale ha pensato di valorizzare un’altra eccellenza del suo territorio: il libro. Tre i motivi: la Biblioteca Nazionale dell’Abbazia di San Nilo che conta circa 500 manoscritti greci ed altrettanti latini, varie centinaia di incunaboli e cinquecentine e 50.000 libri a stampa, poi il laboratorio di Restauro del libro antico, che ebbe grande merito nel recupero di veri patrimoni dell’umanità, in serio pericolo dopo l’’alluvione di Firenze del 1966. Terzo elemento la Cartiera che iniziò la sua produzione nel Seicento.

 

Dopo 410 anni la Fiera di Grottaferrata  da vita al 1° Salone dell’Editoria e dell’Impegno con la presenza di più di 100 Editori e 60 eventi tra convegni presentazioni di libri, approfondimenti. Ed in questa cornice che trova spazio, nella giornata conclusiva del Salone, nell’Auditorium appositamente realizzato, capace di 300 posti, la presentazione del libro di Torno. Si approfondisce la vita di Chiara Lubich partendo da tre città che hanno particolare attinenza con la sua vita: Trento città natale e culla del nascente Movimento dei Focolari, Grottaferrata, sede della sua abitazione e del primo Centro Internazionale del Movimento dal 1957 al 1965 e Rocca di Papa sede per oltre 40 anni della sua casa e dell’attuale Centro Internazionale e oggi sua ultima dimora. A percorrere questo viaggio ideale sono intervenuti Alberto Pacher, assessore e vice presidente della provincia Autonoma di Trento e già primo cittadino della città tridentina, Pasquale Boccia sindaco di Rocca di Papa e presidente nazionale dell’Associazione Città per la Fraternità e Gabriele Mori sindaco di Grottaferrata. Altri ospiti importanti la dott.sa Angela Ales Bello professore ordinario di Filosofia presso L’università Lateranense di Roma e Eli Folonari, stretta collaboratrice per anni della fondatrice dei Focolari.Ha moderato l’incontro Aurora Nicosia, redattrice di Città Nuova.

 

Qual è il prisma interpretativo nuovo che è emerso da questa presentazione della vita di Chiara Lubich? Il suo grande amore per la città, come luogo di vita, di comunità, di possibilità di amare, vivere, stringere relazioni. Nei tanti contatti con le “sue” città e con quelle che ha visitato nei suoi 88 anni è sempre scattato qualcosa di speciale: una caratteristica, una specifica vocazione, un luogo di irradiazione, ecc. Cosa dicono di questo i sindaci? Alberto Pacher sottolinea che in Chiara è sicuramente presente, nei suoi tratti, la vita, il colore e il sapore di Trento così come Trento sente la vita, il colore di Chiara e questo scambio è fecondo e può generare una linfa viva per la città. Gabriele Mori sente la difficoltà, segnata dalla storia e della morfologia stessa della cittadina di San Nilo, a creare una comunità e auspica che il carisma della Lubich che è inserito in tutte le pieghe e in oltre cento case della sua cittadina («riuscirò a fare una statistica della presenza del Movimento dei Focolari a Grottaferrata?») possa dare forma ad una convivenza relazionale che dia forma armonica e comunitaria a questa bella perla dei Castelli Romani. E Pasquale Boccia è stato interpellato fortemente da una definizione profetica ed augurante della sua cittadina, che domina l’area dei Castelli, data da Chiara stessa: “la città sul monte”. «E’ rivoluzionario per un sindaco guardare le cose dall’alto e non sempre dalla contingenza e dall’immanenza, si programmerebbe più e meglio: Chiara ha avuto sempre uno sguardo al di là delle cose, ma non idealista, concretissimo».

 

La prof.ssa Ales Bello, dal canto suo ha visto anche nella lettura del libro di Torno, il lato circolare della mistica sicuramente presente in Chiara e la sua capacità, rispetto ad altri mistici susseguitisi nei secoli, specifici e speciali nei loro doni, di essere subito concreta nell’attuare ciò che sentiva e di comunicare queste sue intuizioni e questo suo rapporti con il Soprannaturale. Sicuramente anche l’aspetto della spiritualità collettiva e non più solo personale è una peculiarità della Lubich. Più personale, più intimo e sicuramente a tratti commovente il racconto di Eli Folonari che è stata sollecitata a dare anche un tratto di Chiara nel suo “semplicemente” e, chi l’ha conosciuta, sa che questo era il suo vero essere. Infatti lei, con la meraviglia e la simpatia di tutti, racconta il suo primo giorno di autista, visto che era l’unica della comunità di allora a guidare la macchina, per le vie di Roma e, per l’emozione di questo nuovo incarico, si scordò di fare benzina e vicino ala famosa Piazza Barberini, rimasero a piedi con lei e Chiara che spingevano l’auto, subito soccorse da un vigile.  Ma la semplicità era soprattutto nel trattare chiunque, dal bambino piccolo all’illustre personalità con la stessa importanza e desiderio di amare che ha sempre colpito e conquistato.

 

Tornando ai sindaci, una confidenza di Chiara (“avrei sempre avuto il desiderio di fare il sindaco”) raccontata da Eli, ha destato in loro non solo stupore, ma anche il rammarico di non aver avuto modo di imparare da un possibile collega come lei! Alla domanda che cosa avrebbe imparato da Chiara “sindaco” la risposta è stata «quella di mettere in luce la bellezza e la particolarità della città» così come è stata per le loro. Alberto Pacher ha aggiunto che non chiederebbe nulla di particolare a chi segue Chiara, soltanto “esserci”, e tale presenza lo lascerebbe assolutamente più tranquillo.

 

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