Tra il Minotauro e Shakespeare

Gran ritorno del film in costume e del peplum, in versione secolo ventunesimo: sullo schermo Immortals e Anonymous
immortals

Dopo I tre moschettieri, si torna al fantasy mitologico per riscoprire Teseo e il minotauro in Immortals diretto da Tarsem Singh per gli stessi produttori di 300 sulla battaglia delle Termopili. Questa volta sono i conflitti fra dei e umani, impersonati dal crudele re Iperione, con in più vergini profetesse e semidei imprigionati, in un peplum-action stratosferico. Clima cupo, colori caravaggeschi, scenografie che uniscono modernità a ricordi classici, e l’eroe giovane e forte, umile tenace che porterà la vittoria finale, diventando poi simile ad un dio.

I temi son quelli di sempre: conflitto tra umili e potenti, tra ragione e fede, amore e dovere. Ed eroismo. Teseo è l’inglese Henry Cavill, molto noto nella serie dei Tudor e futuro Superman, che si destreggia bene nel conflitto con un Iperione perfido che è il resuscitato Mickey Rourke. La profetessa Fedra è un’affascinante Freida Pinto. Imponenti le scene di massa, cruentissime le battaglie, sulla scorta di 300. Una Grecia molto poco solare e molto di più postmoderna. Ma alla fine si sogna e ci si diverte, per chi ama il genere avventuroso.

 

 

Siete proprio sicuri che Shakespeare sia Shakespeare? Non li avrà scritti un altro i suoi drammi e le 150 poesie? Il dubbio, che aleggia da decenni sulla vera identità del Bardo, torna in Anonymous, bel filmone (2 ore e 10 minuti) diretto da Roland Emmerich con un cast di tutto rispetto (Rhys Ivans, Vanessa Redgrave) e la solita Londra miserabile e nuvolosa, perfettamente ricostruita al computer.

Dunque, sembra che il vero autore fosse – secondo il film, ma anche alcuni studiosi – un nobile, ex amante della regina “vergine” Elisabetta, cioè il conte di Oxford che, per i suoi natali, fu costretto a celare il suo nome dietro quello di uno sprovveduto attore di provincia – Shakespeare, appunto. Sarà vero? Il film lo racconta con flashback pregevoli, una ricostruzione degli intrighi di corte esemplare ed un’interpretazione davvero coinvolgente. Amori, morti, feste, rappresentazioni teatrali, ovviamente, ed un linguaggio che alterna la forbitezza alla sguaiataggine.

Insomma, il mondo dei cortigiani e dei poveracci che parlano, come oggi parlano un po’ in tanti.

Il film ha un ritmo eccellente, il tempo vola e noi spettatori siamo presi dall’eccentrico conte di Oxford, alias Shakespeare. Vale la pena non perderlo, Shakespeare (e il film).

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