Tra delusioni e impegno

Si chiude la conferenza di Milano sulla famiglia. Tra polemiche, discussioni, precisazioni la famiglia torna a far parlare di se e a dare impulsi a politica e società
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Si spengono i riflettori sulla 2° Conferenza Nazionale per la Famiglia svoltasi nei giorni scorsi a Milano e ci auguriamo che si accendono i motori di una Politica per la Famiglia che passi dalle tante e belle intenzioni ai servizi, agli interventi e alle moltiplicazioni di quelle che si chiamano buone prassi.

 

Certo gli esperti, i delegati, i partecipanti, quella che definiamo società civile, hanno lavorato sodo e con passione anche nei dieci gruppi tematici dove sono stati sviscerati tutti gli argomenti che riguardano, a vario titolo la famiglia. Tutti i loro contributi saranno materia per elaborare programmi ed interventi ed innanzitutto l’atteso Piano Nazionale per le politiche familiari, che era l’obiettivo primario di questa importante Conferenza, già presentato, per l’occasione, dal sottosegretario Carlo Giovanardi e dal prof. Donati presidente dell’osservatorio per la Famiglia.

 

Nella stampa e nei media non leggerete o sentirete ampiamente sciorinate e valutate le risultanze emerse perché la cronaca ha riservato, anche l’ultimo giorno, materia utile ai titoloni: “tassiamo i single per favorire le famiglie”, “non possiamo dare tutto a tutti” “la vera famiglia è quella tra uomo e donna”, “tanto c’è ormai la crisi di governo e quindi si seppelliranno tutte le belle parole…”, ecc. Certo, tutto vero, ma chi c’era ha ascoltato anche altro. Facciamo un giro di pista.

Ad esempio si è sentito che la famiglia è «una società intermedia titolare di diritti propri incentrati sui diritti relazionali della persona» che ha diritto di cittadinanza sociale. «La famiglia è il luogo primario di relazioni inclusive ma lo Stato, nelle sue statistiche, non tiene mai conto dei beni sociali prodotti dalla famiglia, in particolare nei carichi di cura». Infatti viene fuori che esiste un grande sommerso di attenzione, cura e assistenza intrafamiliare che non è assolutamente valutato, non tanto con belle parole o pacche sulle spalle, ma con interventi, sgravi, aiuti concreti. Qualora le famiglie impegnate in questi servizi facessero un’ora di sciopero, forse, si comprenderebbe l’opera sociale che sostengono!

 

C’è, e lo sappiamo, il calo di matrimoni, l’aumento di divorzi, infertilità di coppia, immigrazione, calo delle nascite. Per dare consistenza a sostegni per tali problematiche è necessario rivisitare il servizio dei Consultori per integrare di aspetti sociali con quelli più strettamente sanitari. Del  “Fattore famiglia” (che tanti altri preferiscono ancora chiamare “quoziente familiare”), abbiamo già parlato, come della necessità di rivedere in modo radicale i meccanismi dell’Isee.

Decisamente importante che sia emerso che la famiglia non va sostituita, ma sostenuta e potenziata nel suo ruolo educativo. Per questo è sempre più importante dare sostanza alla tanto decantata, ma spesso inattuata “messa in rete” cioè un patto educativo tra scuola, famiglia, associazioni familiari, imprese e comunità di ogni tipo. Oggi è fondamentale una vera co-progettazione, senza primazie di sorta.

 

Altro tema, e non poteva non esserci, è stato quello della scuola e della libertà di scelta.

Come non poteva mancare il riflettore sulla cosiddetta “immigrazione formato famiglia”, sulla crescita dei matrimoni misti e del quasi 1 milione di minori di origine straniera in Italia, più della metà nata qui. È necessario senz’altro implementare una politica lungimirante, che guardi con positività ai ricongiungimenti familiari, oggi autentici “percorsi a ostacoli”.

Uno degli aspetti rilevanti per le famiglie che hanno al loro interno un disabile è il “dopo di noi”. E’ un tema dove non si vuole e non si può improvvisare: occorre costruire un percorso chiaro e senza sentimentalismi di sorta. Ma da subito nell’oggi si è rilevato che manca una rete per la corretta presa in carico del disabile e della sua famiglia.

 

E che dire della famiglia e dei media? Qui è stato “gridato” che la famiglia non è un soggetto passivo nell’utilizzo dei media, ma si relaziona ad essi e li incorpora in base a ciò che essa è. E’ però indispensabile un patto di corresponsabilità tra la famiglia, le istituzioni, le aziende di comunicazione, i fornitori di contenuti, i professionisti dell’informazione, la scuola, l’associazionismo familiare e gli utenti consumatori. La famiglia chiede ai media che rappresentino bene la realtà della famiglia, senza distorsioni, e che questi osservino criteri di equità e di sicurezza, rispettando i codici di autoregolamentazione e magari istituendone uno per la Famiglia (Città Nuova ne ha già parlato).
Tra le proposte vi sono l’istituzione di un osservatorio permanente sui media, la realizzazione di un marchio di qualità “family frienly” (bollino per buoni prodotti e non solo quelli che “vietano”).

 

Tra le pieghe della conferenza è stato anche lanciato un messaggio chiaro non solo sulla conciliazione tempo lavoro, ma anche sul ruolo delle cosiddette casalinghe che spesso non è una scelta solo forzata ma che rappresenta per molte donne una scelta esplicita, fatta per la propria famiglia.

L’ultimo giorno c’è stato anche un importante momento di confronto tra Sindaci ed in particolare tra quelli che hanno costituito il Network italiano di città per la famiglia (Parma, Roma, Bari e Varese), che raggruppa ad oggi 54 Comuni impegnati a promuovere politiche a sostegno della famiglia. Tra le tante sfide c’è ne una «L’Italia non fa più figli, non ha più fiducia nel futuro. Questo significa –ha affermato il sindaco di Bari Emiliano – che il Paese da molti anni, da destra come da sinistra, non è governato bene perché l’incertezza del domani è la cifra di tutte le fasce di età: degli anziani, di chi oggi lavora e non sa come andrà in pensione, dei giovani, che stiamo maltrattando: col risultato che oggi emigrano per lavorare e fare figli».

 

Uno che in questi giorni è rimasto nella sala macchine, nella politica dei fatti e dell’impegno, il Presidente del Forum delle Associazioni Familiari, Francesco Belletti, con tutti i suoi colleghi dei Forum regionali, ha ricordato, «’che la vera Conferenza comincia ora, con una questione molto seria che è quella dei tempi di approvazione del Piano (caduta del governo permettendo ndr) ma, in particolare della riforma del fisco e dell’aiuto alle famiglie con carichi assistenziali che sono la spina dorsale del nostro welfare».

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