Timbuctù: morte e vita dell’Islam

Continua a imperversare in Mali la furia iconoclasta che se la prende con le vestigia della cultura locale, che l'Unesco ha inserito nella lista dei beni patrimonio dell'umanità. Ma i veri musulmani non distruggono
timbuctù mali

Il furore iconoclasta delle milizie qaediste che controllano la città di Timbuctù, in Mali, non si ferma. Dopo i mausolei dei santi uomini dell’Islam sepolti nella città, i militanti degli Ansar Dine (difensori della fede) hanno abbattuto una porta della moschea di Sidi Yahia, la cui costruzione risale al XVsecolo.

Come sempre le milizie musulmane più radicali si scatenano contro la fede profonda del popolo musulmano locale, un popolo del deserto. Quasi a togliere ad esso la storia della sua fede e della sua identità.
La motivazione è che questi monumenti non sarebbero consoni alla shari’a. Volendo dunque imporre la shari’a, bisogna distruggere questi monumenti. Questi terroristi della cultura confliggono con il vero Islam, che ha prodotto una storia di fede e di cultura che si esprime in straordinarie moschee.

L’Islam più spirituale, che sta crescendo sulla riva meridionale del Mediterraneo, nelle primavere arabe, ma che abita anche nell’Africa sub-sahariana, indica un’altra via per stare e operare nella storia. Rifiuta la violenza, non cerca il potere tramite la religione ma opera nelle coscienza dei credenti grazie al soffio del Dio misericordioso e compassionevole.
Chi cerca di imporre la fede con la violenza semina distruzione e costruisce una caricatura del Dio misericordioso. È l’interpretazione politica dell’Islam, sia nella sua versione autoritaria che in quella estremista. Penso che il vento dello spirito operi nel cuore di tanti fratelli musulmani e stia già ora  producendo frutti inattesi e sorprendenti.

Anche nell’Islam c’è una ricerca dell’essenziale che ci sorprende e ci costringe a cambiare. Non fermiamoci agli stereotipi che offrono una caricatura politicista ed estremista dell’Islam. Quello che accade a Timbuctù, questa furia devastatrice non è l’Islam. L’Islam è compassione, misericordia, tenerezza, e invita i credenti stessi e comprendere meglio il Vangelo di Gesù, colui che è mite e umile di cuore. 

Il fondamentalismo  uccide e distrugge, ma il vento di Dio non si ferma e oggi soffia nel cuore e nella vita dei credenti dei poveri di Timbuctù, che sono feriti nella loro storia e nella loro cultura, ma non sono violati nella loro fede.
Timbuctù ci chiama ad ascoltare e a comprendere questo soffio, che è come la brezza mite di Elia il profeta, quando Dio consola le nostre coscienze provate e incapaci di leggere i segni dei tempi.

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