Sul Ponente la ‘ndrangheta vede affari

Dopo Bordighera ora tocca a Ventimiglia vedere la Giunta sciolta per mafia. Sulla costa però la voglia di legalità, di fiducia, di trasparenza vuole prevalere
Ventimiglia in Liguria
Desiderio di legalità, di fiducia, di trasparenza nella Liguria del mare pulito, delle vacanze prima di tutto. Così è da interpretarsi la decisione del consiglio dei ministri, su proposta del ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri, di sciogliere, per infiltrazioni della criminalità organizzata il consiglio comunale di Ventimiglia. La decisione è frutto di un lavoro attento ben spiegato nella relazione del prefetto di Imperia Fiamma Spena. Nelle carte esaminate dal prefetto  si segnalano numerose indagini della procura di Sanremo e della direzione distrettuale antimafia di Genova, che contengono i principali tasselli di un mosaico investigativo che mostra i nervi scoperti di un'amministrazione collusa.

Il mare e la riviera sono finiti nell’occhio della ’ndrangheta, che da queste parti vede affari d’oro e s’infiltra su terreni ancora incontaminati, quindi meno prevenuti e di conseguenza più promettenti per affari miliardari di cementificazione della costa.
La gente è sbigottita. Un anno fa un altro comune, quello di Bordighera, aveva subito la stessa sorte.  Eppure confida qualcuno, è inutile nascondersi dietro il pollice della mano, è purtroppo sotto gli occhi di molti che dietro questi affari in realtà hanno fiutato qualcosa di altro. E quel “qualcosa”, lo scrive ancora il prefetto, è: «La presenza "stanziale" nel ponente ligure di numerosi soggetti legati alla criminalità organizzata, che perseguono finalità e agiscono con metodi corrispondenti a quelli delle associazioni di tipo mafioso, hanno trovato conferma in numerosi riscontri di carattere investigativo».

Sono due i filoni principali che hanno portato allo scioglimento. Il primo riguarda i rapporti con una cooperativa, creata dal comune per avere una struttura che potesse gestire appalti senza incappare negli ostacoli del patto di stabilità. Il secondo filone riguarda il porto di Ventimiglia, in fase di costruzione, al centro di durissime polemiche ambientali. Secondo alcune inchieste si sarebbero riscontrate le pressioni di aziende legate alla criminalità per entrare nel ricchissimo business. Il terzo filone, strettamente correlato, è un episodio tipico delle terre di mafia. Una persona  intimidita, sotto osservazione da parte degli investigatori, non denuncia il fatto e in seguito, quando la procura scopre la vicenda, parlerà di scherzo, ma in realtà nasconde rapporti ancora tutti da approfondire. L’imprenditore sarebbe il padre della costruttrice del porto di Ventimiglia nonché compagna del costruttore romano del porto di Imperia, anche questo oggetto di un'inchiesta della procura per turbativa d'asta.

 

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