Scacchi, un gioco da re…ligiosi

L'Unione europea invita gli Stati membri a promuovere questo gioco nelle scuole per la sua valenza educativa. Si parlerà anche di questo nel primo campionato internazionale per preti e religiosi che si svolgerà dal 5 al 7 ottobre a Roma
scacchi
Lo sapevate che tra gli appassionati di scacchi ci sono "vip" del calibro di Bono Vox, Woody Allen, Ennio Morricone e Madonna? Eh, sì, perché questo gioco di intelligenza e strategia conquista sempre più adepti, appassionati non soltanto a mosse e contromosse, ma anche ai tanti risvolti educativi.
 

Il gioco, uno dei più popolari al mondo, è infatti ritenuto un elemento di coesione sociale e di integrazione, nonché uno strumento per la lotta alla discriminazione e alle dipendenze. Un'esagerazione? No, visto che si tratta di riflessioni contenute nella Dichiarazione 0050/2011 del Parlamento europeo: "Considerando che indipendentemente dall’età dei ragazzi, il gioco degli scacchi può migliorarne la concentrazione, la pazienza e la perseveranza e può sviluppare il senso di creatività, l’intuito e la memoria oltre alle capacità analitiche e decisionali", l'Ue ha infatti deciso di invitare gli Stati membri a proporre anche il gioco degli scacchi nei programmi scolastici nazionali. 
 

Molto soddisfatto delle indicazioni comunitarie è Giuseppe Sgrò, psicologo e membro della Commissione medico-scientifica della Federazione scacchistica italiana, nonché organizzatore del 1° Clericus Chess International Championship, che si svolgerà a Roma, in via della Conciliazione 1, dal 5 al 7 ottobre, nella sede del Centro sportivo italiano. La manifestazione ha – manco a dirlo – gli scacchi come protagonisti e l'evento principale sarà costituito dal primo torneo internazionale riservato esclusivamente a preti e religiosi/e provenienti da ogni parte del mondo.
 

La sfida sarà preceduta da due conferenze sui temi “Giocando con i RE: educare e rieducare attraverso il gioco degli Scacchi” e “Scacchi e Chiesa: i Santi in gioco”.
 

Ma come nasce questa iniziativa? «Nel 2009 – racconta Sgrò – al termine di una conferenza sugli scacchi e l'intelligenza artificiale che si era tenuta a Genova, don Stefano Vassallo mi chiese di organizzare un campionato per sacerdoti e religiosi. Inizialmente mi sembrò un'idea bizzarra, ma poi ho capito che era un'interessante novità che, dopo alcune iniziative locali, si è concretizzata ed ha assunto il carattere di un evento internazionale. Il gioco degli scacchi, del resto, ha notevoli applicazioni nei più svariati campi: scolastico, sanitario, clinico, aziendale e riesce ad ottenere molti risultati positivi nella rieducazione e nella cura di persone con deficit cognitivi e disabilità».
 

Un gioco tutto da scoprire, dunque, e l'appuntamento di Roma offre questa possibilità. Oltre al campionato, è previsto anche un torneo semi-lampo a squadre, per i ragazzi delle scuole primarie e secondarie della regione Lazio, ed una simultanea di 30 giocatori contro il maestro Lexy Ortega.
 

Infine, il 6 e il 7 ottobre sarà la volta del 3° Italian Open Chess Software Cup: un torneo internazionale riservato ai motori scacchistici e giocato dal vivo, che si svolgerà su sei turni con sistema italo svizzero.

Per informazioni ed iscrizioni visitare il sito Giocando con i re oppure inviare una mail a giuseppe.sgro@giocandoconire.it. 

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