Roma. Quanti sostenitori ha Slot Mob?

Arriva nella Capitale il movimento che premia i baristi che rifiutano l’ingresso delle slot machine nei loro locali. Un gesto pubblico può mettere in crisi la cultura che promuove la società senza legami e responsabilità
Campagna Slot Mob

Slot Mob arriva a Roma la mattina di sabato 10 maggio. La manifestazione con canti, balli, testimonianze e tornei di biliardino si svolgerà in largo Appio Claudio, una piazza pedonale che si apre tra i palazzi del popoloso quartiere Tuscolano, dove il presidio locale di Libera ha preparato il terreno con un capillare lavoro di sensibilizzazione.

La Capitale racchiude tante città, dalle periferie, con la centralità consegnata al centro commerciale, ai rioni storici, quasi svuotati di residenti, che continuano a stupire per la loro bellezza armoniosa. Roma assorbe imponenti raduni di moltitudini, quasi senza rendersene conto. Cosa si illudono, perciò, di contare poche centinaia di persone che vogliono premiare pubblicamente due esercenti di bar che rifiutano di mettere le slot machine nei loro locali? Come faranno a sottrarsi alla logica della “società dello spettacolo”, già pronta a classificarli come simpatici perdenti o fastidiosi moralisti? Non è forse la politica prevalente e trasversale ad aver già deciso che è necessario lasciare la partita in mano alle grandi società transnazionali che assicurano un’entrata sicura per le casse dello Stato? Non è vero che sembra rimasta inascoltata l’ultima relazione della Direzione nazionale antimafia sul fallimento della politica della legalizzazione dell’azzardo che non ha affatto sfavorito la penetrazione della malavita organizzata?

Eppure il legame sociale è molto più forte di ogni strategia di dominio, la coscienza personale è capace di resistere a sollecitazioni tanto più violente quando si presentano con il sorriso di cartapesta delle pubblicità dell’ultima sala slot che apre sotto casa. Ma la situazione attuale non è un incidente di percorso. Come afferma l’economista Luigino Bruni, che ha lanciato per primo l’idea dello Slot Mob, l’azzardo incentivato è il culto terminale di quel capitalismo che ci ha condotto all’attuale grave crisi strutturale.

Fare festa a chi compie una scelta libera e dignitosa di responsabilità verso il prossimo non è una pratica buonista fine a sé stessa. Apre alla comprensione e alla rimozione delle cause remote dei troppi paradossi che siamo costretti a subire. Come la pretesa delle multinazionali del settore gaming di poter risolvere tutto facendo beneficenza per la cura dei malati compulsivi dell’azzardopatia: una patologia grave che può condurre al suicidio e devasta intere famiglie. Per avere una lontana idea della realtà si può dare ascolto a ciò che chiedono coloro che si sono liberati da tale nuova dipendenza: «Siete mai entrati a mezzanotte in quei locali? Avete visto, davvero, la paura e la disperazione di quegli esseri umani?».    

L’Italia è ricca di un tessuto sociale forte, generoso, propositivo, che va solo riconosciuto e fatto crescere. Slot Mob è lo strumento per renderlo evidente nella fantasiosa sinfonia che si è vista spontaneamente all’opera, in oltre 50 piazze, dal Nord al Sud del Paese, isole comprese.

La partita per il futuro è, quindi, ancora tutta da disputare, anche se si parte da un 4 a zero iniziale. Ne discuteranno i promotori del movimento provenienti dalle città protagoniste dei vari eventi e gli altri interessati  in un’assemblea programmata nel pomeriggio della stessa giornata.  

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