Ritorno a Scaletta, un anno dopo

I paesi colpiti dall’alluvione l’1 ottobre 2010, cercano faticosamente di ricostruire e chiedono, spenti i riflettori dell’anniversario. di non essere dimenticati.
Scaletta Zanclea

Non piove su Scaletta. Brilla il sole in questo primo ottobre. Un giorno ben diverso da quello dello scorso anno, quando la valanga di fango travolse 7 comuni del messinese trascinando nella sua furia 37 persone, assieme a case, piazze, negozi, ponti. Stamattina, sono stipati nella chiesa della Madonna del Carmelo a Scaletta Zanclea. La messa per ricordare le vittime dell’alluvione si celebra proprio su quell’altare che salvò la vita di quel giovane, che per scampare al fiume di terra si aggrappò al crocifisso che lo sovrasta. Ci sono familiari, amici, volontari della protezione civile e rappresentanti delle istituzioni di tutti i comuni. I sopravvissuti sono divisi tra qui e Messina, dove l’arcivescovo ha voluto una funzione nella cattedrale.

 

Ieri anche Giampilieri ha ricordato le sue vittime con una messa e una veglia di preghiera, mentre alla scuola dedicata a Simone Neri, il ragazzo che morì salvando otto persone, è stata inaugurata la mostra itinerante sponsorizzata dal museo del fango. Ache l’arte prova a lenire il dolore di chi è sopravvissuto e a donare una possibilità di rinascita.

Le ferite nei piccoli centri restano ancora aperte: i dispersi non si cercano più, continuano i lavori per ripristinare la viabilità e mettere in sicurezza le montagne che sovrastano questa parte di costa. Anche le demolizioni proseguono senza sosta: si abbattono le case vicine al greto del torrente e gli edifici che sono un pezzo di memoria nella città come l’istituto salesiano che le religiose avevano donato per farne un centro per i ragazzi. Cumuli di macerie sono ammassate sulla spiaggia, deformandone la morfologia: non più una distesa di chilometri piatta, ma una collina appianata dai camion.

 

I fondi pro-alluvione sono arrivati e hanno risarcito quelli che hanno perso la casa, lo stesso non è accaduto a chi invece attende ancora una perizia e non può considerarsi al sicuro. C’è molto malumore tra la gente, anche perché parte dei finanziamenti sono stati usati per le spese correnti del comune: divise nuove per i vigili, assicurazione dei mezzi pubblici, lo scuolabus, la mensa.  Servizi non essenziali si dirà, ma «l’amministrazione non avrebbe in alcun modo potuto garantirli. Il documento di spesa è stato votato dalla maggioranza del consiglio e quindi non è contestabile», mi spiega Gabriele Avigliani, giovane consigliere di Scaletta.

 

A Gaetano Sciacca, ingegnere capo del Genio Civile di Messina interessano solo i 17 cantieri aperti, che devono essere chiusi al più presto, perché certi lavori vanno ultimati prima delle piogge. «Malgrado le tante difficoltà che si presentano quotidianamente la strada intrapresa, gli incontri con la gente comune, i volontari, le associazioni, i Comitati ed ci consentono di intravedere una luce di speranza in fondo al tunnel – specifica Sciacca -. Siamo stati nominati Ente attuatore di alcuni interventi necessari per abbattere il rischio idrogeologico e mitigarne gli effetti con opere idrauliche mirate. Stiamo procedendo».  La sua modalità di lavoro però non è gradita a molti. Ha scelto infatti di appaltare i lavori non a una sola o a poche grandi ditte, ma alle varie società virtuose che nel territorio sono state in grado di portare ad esecuzione i lavori necessari. L’orientamento è stato quello di impegnare una ditta diversa per ogni cantiere aperto. Sciacca e i suoi uomini hanno vigilato tenacemente sui materiali impiegati e tutte le volte che questi sono stati considerati inidonei, immediatamente sono stati rimandati al mittente senza discussioni di sorta. Lui risponde tranquillamente: «Per me oltre al PIL, bisogna guardare anche al Pif, prodotto interno felicità. L’obiettivo non è avere grandi fabbricati sorti nei posti più impensati, ma far guadagnare la collettività con la sicurezza e la serenità».

 

«Non dimenticateci» è l’appello che si leva da più parti. Loro, gli alunni dell’istituto comprensivo di Scaletta, non dimenticano. Non solo i giorni della tragedia, ma soprattutto i benefattori che in questi mesi li hanno sostenuti con iniziative di solidarietà da tutta Italia. E per ricordare hanno preparato un video che proietteranno domani, all’insegna dello slogan che in questi mesi li ha accompagnati: “Manca qualcosa, attiviamoci noi”. E questo vale pure per la memoria.

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