Ristorante con sconto preghiera

In questa società liquida, dove succede tutto e il contrario di tutto, non poteva mancare un ristorante che offre uno sconto del 15 per cento a chi, prima di mettersi a tavola, prega rendendo grazie per il cibo (o se non credente medita). Indovinate chi ha protestato facendo fallire l’iniziativa?
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Molti di voi, probabilmente, conoscono la classica scena comune a molti film ambientati negli Stati Uniti della preghiera di ringraziamento prima di mettersi a tavola. Un vero e proprio rito per molte famiglie d'oltreoceano; nonché, si dirà, una buona abitudine un tempo comune anche in Italia, e che purtroppo va scomparendo.

Devono aver pensato la stessa cosa anche i proprietari del Mary's Goumet Diner, ristorante di Winston-Salem in North Carolina, che da quattro anni offre il 15 per cento di sconto a coloro che, prima di iniziare a mangiare, dedicano un momento a rendere grazie per ciò che hanno nel piatto. «Ho vissuto in un Paese del terzo mondo in cui si muore di fame – scrive sulla sua pagina Facebok la proprietaria, Mary Haglund -.

Per cui non dò l'abbondanza di cibo per scontata, e mi scalda il cuore vedere persone in atteggiamento di gratitudine». Insomma, la nobile intenzione era quella di promuovere un comportamento virtuoso, e sensibilizzare sulla piaga della fame nel mondo.

Eppure, racconta il sito Buzzfeed, il ristorante è stato costretto a smettere. E non perché troppa gente approfittasse dell'opportunità – rivolta non soltanto ai cristiani, ma anche ai fedeli di altre religioni o persone senza un credo specifico che si raccoglievano in meditazione -; ma a causa della polemica involontariamente sollevata dai dipendenti di una stazione radio cattolica – ironia della sorte – della Florida, che hanno postato su Facebook la foto dello scontrino con il 15 per cento di «sconto preghiera» ben in vista.

La Freedom From Religion FoundationFondazione per la libertà dalla religione») ha così accusato i proprietari di attuare un trattamento discriminatorio su base religiosa – e quindi punibile per legge – verso chi di pregare non ne vuol proprio sapere, iniziando a fare pressione anche attraverso i propri avvocati affinché il ristorante non praticasse più questi sconti. Risultato raggiunto il 6 agosto scorso, quando la Haglund ha comunicato alla Fondazione di aver accolto la loro richiesta, evidentemente nel timore di una causa.

Come presumibile, i commenti si sono sprecati: per quanto la maggioranza esprima vicinanza ai proprietari e ritiene ingiusto che si siano trovati costretti a questa scelta, ancor più numerosi degli atei convinti che invece se ne rallegrano sono i «cristiani convinti», che criticano il Mary's Goumet Diner per «aver concesso una grande vittoria a coloro che vogliono eliminare la religione dall'America».

Sarà; fatto sta che, da una parte e dall'altra, sempre di posizioni estreme si tratta, che distolgono l'attenzione da ciò che in tutta questa storia è la cosa più importante: la consapevolezza che, qualunque sia il nostro credo religioso, avere qualcosa da mettere in tavola non è cosa scontata.

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