Quando una vita profuma di santità

A Maggiora Novara tre giorni per ricordare la serva di Dio Daniela Zanetta a 25 anni dalla morte
daniela zanetta

A Boca presso il Santuario del Crocifisso, nella diocesi di Novera, nei giorni scorsi si è ricordato a 25 anni dalla partenza per il cielo, la Serva di Dio Daniela Zanetta, nata il 15 dicembre 1962 a Maggiora, in provincia di Novara. Fin dalla nascita deve convivere con una rarissima malattia, epidermolisibollosa distrofica: una malformazione ereditaria dell’epidermide che provoca in tutto il corpo bolle e lacerazioni alla pelle. Nonostante la gravità della malattia, Daniela, con l’aiuto e l’amore dei genitori e dei fratelli minori, cresce insieme alle sue coetanee, frequenta con ottimi risultati le scuole, lasciando negli insegnanti un ricordo indelebile e conseguendo il diploma magistrale.

 

Nel 1973 incontra la spiritualità del Movimento dei Focolari. Questo incontro la rinforza nell’affrontare la sua malattia, in particolare vivendo le parole del Vangelo "Dove due o più sono uniti nel mio nome, lì sono io presente in mezzo a voi". La certezza della presenza di Gesù, frutto dell’unità, le dà la forza per amarLo. In parrocchia è fra i leader del gruppo giovanile, di cui è segretaria. Come catechista prende a cuore la preparazione alla prima comunione dei suoi piccoli alunni, che nutrono per lei una speciale predilezione. Segue gli avvenimenti nel mondo e prova una profonda tristezza quando viene a conoscenza di guerre o di episodi che attentano alla vita umana. Nel novembre del 1984 viene pubblicata su Famiglia Cristiana una sua accorata lettera che, in risposta ad un convegno di medici a favore dell’eutanasia, testimonia con il suo esempio il valore sacro della vita, da difendere a tutti i costi.  

Il 26 ottobre 83 inizia il suo diario, oggi diventato per molti fruttuoso testo di meditazione: su un piccolo quaderno a quadretti scrive quotidianamente una lettera a Gesù. Gli racconta gioie e dolori, successi e sconfitte nella sua strada verso la santità. Ad Arona, nel novembre del 1984, incontra il papa Giovanni Paolo II: da lui riceve la comunione un caloroso abbraccio. Scrive di quell’incontro: «È se Dio mi confermasse e mi spronasse a dare la mia offerta per la Chiesa, come se mi chiamasse a far parte integrante della sua Sposa».

Il 10 aprile, con semplicità disarmante dispone come distribuire i suoi risparmi per i più poveri. Domenica 13 aprile, ricevuta l’eucarestia, prima di entrare in coma dice con flebile voce: «Grazie, grazie di tutto». Si risveglia per un istante la sera successiva, sorride e parte con una gioia grandissima sul volto. Vola in cielo alle 20.10 del 14 aprile 1986. Una folla variegata di giovani, adulti e bambini accorre a salutarla al funerale. Per tutti l’impressione è di partecipare ad una festa.

Oggi Daniela resta viva in molte persone e continua a farsi conoscere attraverso le parole del suo diario. Non smette di essere vicina a quanti l’hanno amata e attraverso la sua testimonianza sostiene quanti si avvicinano al dolore ed alla malattia. Un esempio di fede all’amore di Dio, un inno alla vita.


Il 17 ottobre 2004 il Vescovo di Novara Mons. Renato Corti dà inizio al processo diocesano di beatificazione della serva di Dio Daniela Zanetta.

I più letti della settimana

Tonino Bello, la guerra e noi

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons