Presto l’elezione del nuovo papa

Il quattro novembre sarà sorteggiato il nome di colui che guiderà i circa 16 milioni di fedeli copti-ortodossi. Tre i candidati: due vescovi e un monaco
Chiesa copto-ortodossa - Egitto

Il lungo processo per l’elezione del capo della chiesa copta-ortodossa, che succederà a papa Shenouda III, scomparso nel marzo scorso, è ormai arrivato alla svolta finale. I copti sono circa 16 milioni in tutto il mondo, ma vivono soprattutto in Egitto dove la comunità rappresenta il dieci per cento degli ottanta milioni di abitanti.

Il 4 ottobre scorso l’apposita commissione elettorale aveva iniziato a studiare i fascicoli dei 17 candidati, indicando alla fine i cinque nomi, fra i quali, lunedì scorso, 2417 elettori – laici, monaci, sacerdoti e prelati – hanno votato per ridurre la rosa a tre. Il lavoro della commissione, nel corso del mese di ottobre, è stato oggetto di varie pressioni perché la scelta della rosa dei possibili successori fosse operata in tempi brevi. La comunità avverte, infatti, la necessità di avere un nuovo capo con il quale poter affrontare i problemi che i copti-ortodossi vivono in questo periodo di transizione nel Paese del Nord Africa.

Lunedì, fra le 9 e le 17, i grandi elettori hanno deposto la loro scheda in una delle otto urne a disposizione e la votazione ha prodotto i tre nomi fra i quali verrà ora scelto il papa copto-ortodosso. Si tratta di due vescovi e un monaco.

Il vescovo Amba Raphael è il candidato più noto fra i tre. È, infatti, ausiliare della diocesi del Cairo centro ed è stato uno dei più stretti collaboratori di papa Shenouda III, oltre che membro del Santo Sinodo della Chiesa copta. Non ancora sessantenne, laureato in medicina, vescovo dal 1997, Raphael è un volto conosciuto a livello nazionale, essendo stato spesso il portavoce della comunità nei media locali. Di qualche anno più anziano, laureato in farmacia, l'altro vescovo in lizza, Anba Tawadros, proviene dalla zona del delta del Nilo, dove è a guida dell'arcidiocesi di Beheira. Anch’egli membro del Sinodo, rappresenta la corrente di coloro che desiderano risolvere i problemi con la maggioranza musulmana attraverso il dialogo. Higoumen Rouphail Ava Mina è, invece, monaco in uno dei monasteri più importanti della Chiesa copto-ortodossa, quello dedicato a San Mina, che si trova nel deserto occidentale nei pressi di Alessandria. Più anziano degli altri due candidati, ha una laurea in giurisprudenza ed era uno degli allievi di Cirillo VI, il predecessore di Shenouda III.

La cerimonia finale – prevista per il 4 novembre – si terrà nella cattedrale di San Marco in Abassya, alla presenza di migliaia di fedeli. Sull’altare della basilica, un bambino bendato – non deve aver superato i 9 anni di età – estrarrà a sorte il nome di uno dei tre candidati. Il nome che uscirà sarà quello del 118° papa copto-ortodosso nella lunghissima storia di questa antica Chiesa. L’attesa, ovviamente, è grande in tutta la comunità, in Egitto come nella diaspora: il momento dell’elezione rappresenta, infatti, un’occasione per rinsaldare lo spirito comunitario e affidarsi allo Spirito Santo che sceglie per mano di un bambino la persona destinata a guidare i sedici milioni di copto-ortoddossi nel mondo.

Monsignor Bakhomios, che ha retto le comunità dopo la morte del papa Shenouda III, ha dichiarato che vedrebbe bene che a compiere il gesto finale «fosse un bambino di una comunità copta che vive all’estero, o un disabile, o magari anche un cieco».

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