Poste in buca

In coda allo sportello degli uffici postali tra terminali in tilt, disagi, ed espedienti di italica civiltà  
Poste italiane

Pare che ci sia un detto di un non meglio identificato Paese europeo (alcuni suppongo l’Inghilterra) che recita: “la civiltà di un popolo si misura da come funzionano le Poste”. Colpiti e affondati! Dopo molti e vari eventi nazionali ed internazionali che ci hanno coinvolto, anche le buone e nazionalpopolari Poste Italiane ci tradiscono. Per chi ha avuto l’ardore (effettivamente il caldo umido era notevole) e l’ardire di dover andare in fila all’Ufficio Postale in questi giorni la scena non è stata delle più confortanti.

 

Intanto il cartello era di sapore tragicomico: «Questo sportello è momentaneamente fuori servizio per un guasto nazionale». Era necessario il “nazionale”, sorta di pannicello caldo, quasi a lenire il dolore? Inoltre veniva subito in mente il buon Einstein sulla relatività. Infatti l’avverbio “momentaneamente” sapeva veramente di relativo ed i fatti lo hanno dimostrato, visto che il momentaneamente è durato qualche giorno.

 

Solitamente sono un home-banking che vi assicuro non è essere cosa pericolosa, tranne alla postura in quanto si tratta di stare seduti davanti al proprio computer e fare le varie operazioni bancarie e/o postali da casa. Ma questa volta era necessario recarmi al più vicino ufficio postale dove, regnava indeterminatezza, rabbia, frustrazione, sudore, visto che si galleggiava tra afa e pioggerellina, e un non so che di rassegnazione.  

 

La categoria più colorita tra gli innumerevoli astanti davanti al computer, con il batterio killer della speranza di fare un versamento o un bollettino, sono gli over 70. Dio protegga sempre gli over 70! Una signora avanti in età diceva ad alta voce “sono invalida e dovrei passare davanti a tutti”. Ma la misericordia da una parte e la paziente indifferenza dall’altra non le hanno potuto spiegare l’amara verità. Un arzillo canuto signore in giacca, cravatta e bastone, ieraticamente e sfoggiando le sue competenze, anche se con qualche difficoltà nella pronuncia inglese diceva: “vi toccherà una bella class action”.

La macchina dei numeri eliminacoda continuava a sputare foglietti dai numeri apocalittici 501, 615, ecc. “… e quando me tocca?!” bofonchiava la casalinga disperata.

 

Ovviamente non mancava chi invocava l’intervento dei Carabinieri senza sapere che non avrebbe fatto nessun effetto in quanto il sistema era già “arrestato” da qualche giorno!! Ben presto hanno fatto la propria comparsa anche le leggende metropolitane. Infatti, forse per passare il tempo o per fare la propria bella figura di aggiornato, il mezz’età dal fare un po’ bullo se ne usciva, guardando tutti e nessuno: “è un attacco degli hacker, i pirati informatici ….” Il fatto è che nessun Capitano Uncino aveva creato «problemi al server elettronico» che, guarda caso era stato messo a punto con un nuovo programma. Mia nonna, anch’essa over 70 (Dio conservi gli over 70!) diceva sempre: “chi lascia la via vecchia per la nuova sa il server che lascia ma non il server che trova”.

 

Comunque come tutte le cose anche questo brutto sogno dovrebbe svanire, senza scalfire troppo la italica civiltà. Nel campo delle cose serie c’è da segnalare il tempismo di Poste SpA che ha aperto alle Associazioni dei Consumatori per un tavolo di conciliazione al fine di rilevare gli eventuali danni subiti dagli utenti e procedere di conseguenza con gli eventuali risarcimenti. Le Associazioni, dal canto loro, si sono già messe a disposizione per assistenza a favore dei clienti/utenti di Poste Italiane eventualmente danneggiati. Un po’ di civiltà (recuperata) non guasta

 

I più letti della settimana

Tonino Bello, la guerra e noi

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons