Perché Monti, perché Scelta civica?

Ad Andrea Olivero, ex presidente nazionale dell’Acli, già portavoce del Forum del Terzo settore e candidato al Senato, chiediamo di illustrare il progetto politico della sua coalizione
Mario Monti e il simbolo della sua coalizione

«La scelta per Monti nasce dalla volontà di voler dare al Paese un governo serio, una persona per bene che possa introdurre quelle riforme e quei cambiamenti che tutti riteniamo essere necessari e che per troppi anni sono stati impossibili per un sistema bloccato in grandi coalizioni. Destra e sinistra si sono rivelate improduttive e incapaci di affrontare il cambiamento fino in fondo. Monti invece è un garante di questo processo.

Innovare con determinazione «Il candidato premier ha costruito insieme a tante persone liste espressione della società civile e che mettono insieme tante sensibilità, mondi, appartenenze, culture politiche differenti. C’è l’anima del cattolicesimo sociale, di quello democratico e di quello liberale. C’è anche il mondo liberale e quello delle imprese. Sono sensibilità tutte necessarie, perché nessuno può pensare di cambiare il paese da solo ma al contempo hanno la fermezza e la determinazione per andare avanti in questo processo di rinnovamento. Credo che questo sia l’elemento più importante. Oggi innovare vuol dire fermare quella corsa ai tagli che abbiamo visto negli ultimi anni di governo, per ridisegnare invece un volto di Paese che abbia insieme rigore e solidarietà, capacità di crescita ma al tempo stesso anche redistribuzione e solidarietà.

Il lavoro e la famiglia «Cruciale, anche più dell’economia, è il tema del lavoro che deve tornare ad essere fulcro di qualsiasi piano economico. Va rilanciato perché è quello che dà alle persone dignità, oltre che reddito. La seconda grande questione è il tema della famiglia che va sostenuta nella sua sfida educativa e culturale ma che è anche nella sfida della crescita economica e sociale. La famiglia è il soggetto meno tradizionale del nostro Paese perché è quello che sa fare più integrazione sociale e sa più interpretare il cambiamento, rimanendo al contempo fedele a se stessa, rimanendo legata e connessa a un sistema di valori e di relazioni autentiche e positive tra le persone. Credo che lo Stato debba attenersi fino in fondo alla sua Costituzione che dice, appunto, che la famiglia va valorizzata e sostenuta, a partire proprio dalle famiglie numerose.

Cittadini e politica Un elemento centrale è il cambiamento del rapporto tra i cittadini e la politica.  E questo si costruisce non solo contrastando gli sprechi e i soprusi che si sono evidenziati in questi anni: bisogna riformare insieme alcune regole a partire dai partiti politici, facendoli diventare soggetti di diritto pubblico e dando trasparenza ai bilanci e maggiore democraticità ai processi interni.

La sfida europea «L’Europa deve tornare a essere un punto di riferimento per noi e noi essere un punto di riferimento in Europa. Con il governo Monti non solo abbiamo riacquistato quella credibilità necessaria per avere un trattamento giusto, ma abbiamo cominciato ad intervenire sulle grandi scelte strategiche, e questo sarà ancor più necessario nei prossimi mesi quando si farà il passo  decisivo dell’unità politica europea. Il premier Monti è una garanzia per l’Italia, perché la nostra nazioni giochi, come ha fatto nel passato, un ruolo chiave nel processo di unificazione, mettendo in campo la sua determinazione nel fare la differenza, spronando anche quei Paesi un po’ euroscettici o timorosi e che in qualche misura stanno ostacolando questo processo di unità.

Prioritaria la riforma della legge elettorale «Contagiati dalla moda dei 100 giorni anche noi ci siamo dati della priorità per far capire che vogliamo essere concreti: tra le prime riforme proposte c’è la legge elettorale. O si fa subito o non si fa più. Chiediamo di cambiarla subito per  avere la forza di trasformazione e sommarla anche ad una o due misure per ridurre lo scollamento cittadini e politica. Serve la riduzione dei costi e l’adeguamento degli stipendi dei parlamentari alla media europea. Poi c’è la proposta di ridurre il numero dei parlamentari del 50 per cento, consapevoli che per attuare questa riforma ci vorranno più di 100 giorni perché è una legge costituzionale, ma perché non farlo subito visto che tutti i politici si sono detti d’accordo: sfruttiamo l’onda delle promesse elettorali e che in Parlamento si trovi subito un accordo per far capire ai cittadini che stavolta non si vuol scherzare.

Le ragioni di un impegno «Ho scelto di candidarmi con Scelta Civica perché, in passato, pur avendo avuto critiche verso il governo Monti per la scarsa attenzione al mondo del terzo settore e del sociale ho identificato in lui quella serietà indispensabile per avviare il cambiamento in Italia. Sono convito, da persona che viene dal sociale che la garanzia e la tenuta del Paese e la messa in sicurezza delle istituzioni, insieme ad una attenzione ai conti dello stato sia indispensabile per i più poveri. L’Italia oggi vive male e vive una grande crisi. Non dimentichiamoci che affrontare nodi cruciali come quelli della riforma del welfare implica l’istituzione di misure di contrasto alla povertà, per cui bisogna avere politici capaci di tenere insieme elemento sociale e numeri e rigore e penso che Monti sia la persona più capace per fare l’uno e l’altro. Credo possa garantire il percorso nuovo di cui il Paese ha bisogno».

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