Papi, Fei e compagni: quando il talento non ha età

Piacenza conquista la Coppa Italia di volley maschile grazie al contributo dei suoi eterni campioni. E sugli spalti trionfano sportività e correttezza
alessandro fei

Come è bello riscoprirsi vincenti anche quando l’anagrafe consiglierebbe di fare altro. Che spettacolo trovarsi a festeggiare, a sorridere, a saltellare, come se si trattasse di una gioia mai conosciuta. E che soddisfazione farlo insieme ai compagni (ma in passato anche avversari) di una carriera vissuta sempre al top, sui campi di tutta Italia e di mezzo mondo.

Vale molto, moltissimo, la Coppa Italia di volley maschile vinta dalla Copra Elior Piacenza ai danni della Sir Safety Perugia. E non tanto – o non solo – perché la prima conquistata da una società ormai costantemente ai vertici della pallavolo nostrana, capace di vincere uno scudetto, una Supercoppa italiana e due coppe europee ma mai (fino a domenica sera) di cucirsi sul petto la coccarda tricolore. Il trionfo ottenuto nella splendida cornice del “PalaDozza” di Bologna (5.600 spettatori), infatti, ha un che di antico e di storico, perché riporta davanti a tutti una serie di campioni che hanno contribuito a scrivere la storia del volley italiano e internazionale. I “vecchietti” sotto rete, i simboli eterni di potenza e coordinazione, gli esemplari professionisti che si divertono ancora come dei ragazzini. E che meritano di essere celebrati a dovere.

Luca Tencati ha 34 anni, Alessandro Fei 35, Hristo Zlatanov 37, Samuele Papi addirittura 40. Insieme, tra club e Nazionale, si sono portati a casa la bellezza di 99 trofei, ai quali si aggiunge una lunga serie di piazzamenti in maglia azzurra che vede spiccare le sette medaglie olimpiche (fra argenti e bronzi) conquistate della coppia Papi-Fei. E proprio questi ultimi due, stanti la breve apparizione del centrale di Cremona e – soprattutto – la rinuncia forzata (causa infortunio) dello schiacciatore italo-bulgaro, si sono resi protagonisti di un match quasi perfetto: “O’ Fenomeno” (così è soprannominato il 40enne schiacciatore marchigiano) ha messo insieme sette punti di qualità e la consueta sostanza in fase difensiva; “Fox” Fei, che quest’anno è nuovamente passato da opposto a centrale per lasciare spazio al giovane Luca Vettori, ha messo a terra 12 palloni, rendendosi insuperabile a muro e meritandosi addirittura il titolo di Man of the Match. E scusate se è poco.

Spiace che dal “PalaDozza” sia uscito sconfitto un altro “vecchietto” del volley mondiale, il 41enne montenegrino Goran Vujević, il quale avrebbe tanto voluto regalarsi una gioia dopo la tragedia che lo ha colpito nell’ottobre scorso, con uno dei suoi tre figli (Stephan, di cinque anni) morto nel sonno a causa di una malformazione cardiaca.

Bello, invece, rimarcare come le tifoserie di Piacenza e Perugia abbiano assistito al match fianco a fianco, stipate nello stesso settore dell’impianto bolognese. Un esempio di civiltà che solo la pallavolo sa offrire, e che dovrebbe essere preso ad esempio ed esportato in tutto il panorama sportivo nazionale. Nel frattempo, ci godiamo lo spettacolo sugli spalti e quello sul campo, sperando che i “vecchietti” del volley vadano avanti ancora per qualche anno.

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