Obiettivo unico, la guida del Pirellone

La sfida per la conquista della Regione è ormai partita: in campo ci sono l'avvocato Umberto Ambrosoli per il Pd, Roberto Maroni, segretario della Lega, che ha rispolverato l'alleanza con il Pdl, e l'ex primo cittadino di Milano, Gabriele Albertini
roberto maroni

Anno nuovo problemi vecchi per la politica a Milano e in Lombardia, forse più che in altre regioni. Il 2013 si apre con la campagna elettorale che dovrà portare al Pirellone la nuova squadra di governo per la regione. I giochi sembrano conclusi per Pdl e Pd, con l’incognita rappresentata dall’ex sindaco Gabriele Albertini, gradito da un parte dell’elettorato di centrodestra, come pure da quello del centrosinistra.

Per il Pd l’avvocato Umberto Ambrosoli invece se la giocherà di petto con Roberto Maroni, candidato della Lega e del Pdl. Dalle urne si spera che possa uscire un nuovo modello di governo per la Lombardia e non solo, se, come ha scritto qualcuno, la fine dell'era Formigoni cambierà radicalmente gli equilibri di potere a livello regionale e avrà ripercussioni anche sulla politica nazionale.

La Lombardia esce da diciassette anni di governo ininterrotto di Roberto Formigoni: eletto per quattro volte e sostenuto da una maggioranza solida, che ha lasciato ben poco spazio all’opposizione. Questo ha fatto si che il governo Formigoni avesse vastità di controllo e di potere nella gestione della cosa pubblica. Uno dei rimproveri maggiori a questo sistema di governo è che ha permesso che tutti i posti pubblici – dalle cariche regionali fino agli entri controllati, dagli ospedali alle aziende regionali – fossero riservati a uomini di una sola appartenenza politica.

E un ventennio di questo andazzo è sfociato in una squallida stagione, l’ultima, vissuta dal presidente al Pirellone: quella degli scandali che han investito assessori, consiglieri, fino allo stesso Formigoni e che ha portato ad una ventina di indagati e a un arresto, quello dell’assessore accusato di essere stato eletto comprando i voti dalla ‘ndrangheta. A questo va aggiunto lo scandalo dell’utilizzo dei rimborsi elettorali, che ha coinvolto anche la Lega.

Lega Nord che si presenta con il nuovo segretario politico acclamato al congresso delle “scope”, perché in questo modo si erano presentati i leghisti, all'assise, dopo lo scandalo che aveva coinvolto la dinastia Bossi: "armati" di scope per spazzare via tutto lo sporco e dar vita ad una Lega pulita e trasparente. Ma l’entusiasmo dura poco e le cronache consegnano una Lega ridipinta in superficie, ma con le stesse pecche. Alcuni dei suoi uomini sono ancora indagati, al Pirellone come in Parlamento.

Così, mentre inizialmente si era tuonato contro Berlusconi dicendo: «mai più con lui, in regione correremo da soli e da soli vinceremo», gli ultimi fatti hanno convinto la dirigenza di via Bellerio ad un serio ripensamento. La base non voleva più, e non vuole tuttora correre con il Pdl, ma a conti fatti e a ragion veduta, forse, conviene.

Da soli si rischia troppo, sia Pdl, sia Lega. Non spaventano sicuramente gli aut-aut che prospettano la caduta delle giunte regionali di Piemonte e Veneto governate dalla Lega, ma spaventa il fatto che il centrodestra possa perdere la Lombardia. Tutto ciò dovrebbe andare a beneficio di un Pd che dopo le primarie ha cantato vittoria per l’affluenza massiccia alle urne, ma si è trattato pur sempre di primarie e cioè, almeno sulla carta, di persone del Pd che votavano per il proprio partito.

Certamente a Milano città, la giunta Pisapia è un buon traino, ma non è detto che una rondine fa primavera visto che le elezioni si terranno in inverno. Può essere sì un buon auspicio, ma il Pd deve stare molto attento. Non piace ad esempio l’imposizione nelle liste regionali per le elezioni politiche di troppi nomi dell’apparato. Da Palazzo Marino poi si prospetta un rimpasto non indifferente: l’assessore Lucia De Cesaris dovrebbe sostituire l’attuale vicesindaco Maria Grazia Guida che guarda ad una poltrona in Parlamento. Lasceranno inoltre l'incarico anche gli assessori Bruno Tabacci, capolista di una nuova formazione per le Politiche, e Lucia Castellano, probabile numero uno della Lista di Ambrosoli in Regione.

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