Noda è il nuovo primo ministro

Sostituisce Naoto Kan, prendendo la guida di un Paese in difficoltà. Dove però la solidarietà nata dopo il terremoto rimane viva
noda

Una cosa in comune tra il Giappone e l’Italia, così distanti per geografia e cultura, potrebbe essere – ironicamente parlando – la durata in carica dei capi di governo: Yoshihiko Noda, ex ministro delle finanze appena eletto primo ministro dalla Camera bassa, è infatti il sesto a ricoprire questo ruolo dal 2006. Un’instabilità che aggiunge incertezza ad un Paese appena declassato da Moody’s e duramente provato dal terremoto dello scorso marzo, la cui gestione – complice soprattutto la crisi nucleare di Fukushima – ha portato alle dimissioni del precedente premier Naoto Kan.

 

Il compito di Noda non sarà quindi facile: più pressante delle questioni che preoccupano i mercati, come uno yen troppo forte e un debito pubblico in crescita, sono quelle che preoccupano la popolazione. In cima alla lista c’è la ricostruzione, che procede ancora con lentezza: «In alcune zone – ci raccontano i nostri corrispondenti da Tokyo – i terremotati hanno già potuto trasferirsi nei prefabbricati, ma soprattutto in quelle vicine alle centrali nucleari si trovano tuttora in alloggi provvisori. Lì tutto è ancora da vedere, perché alcune aree sono contaminate». Una situazione che rende ancora più netto il contrasto tra la gara di solidarietà subito innescatasi tra la gente e l’apparente continuare a curarsi di interessi personali o di partito da parte dei politici: «Non è tanto una questione del primo ministro precedente – precisano da Tokyo –, che ha fatto quello che poteva, quanto della percezione che i politici non stessero lavorando per il bene del popolo». Per questo i commenti che si sentono in queste ore, al di là della personale preferenza per l’uno o per l’altro candidato, «sono soprattutto del tipo “speriamo che finalmente pensino a noi”».

 

Critica legittima se si pensa che la solidarietà partita in quelle ore non si è esaurita con l’onda emozionale: «La parte bella del popolo giapponese è venuta fuori in modo inaspettato, e nonostante preoccupazioni e insicurezze continua a rimanere viva. È anche questo che, in queste ore, vorremmo si dicesse del nostro Paese».

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