Nika, campione di dignità

Ai Mondiali di ciclismo in corso a Firenze l’Albania conquista una storica medaglia di bronzo con un ciclista appena diciottenne. E’ la rinascita sportiva di un paese che stenta a decollare. Dietro c'è il lavoro di squadra di Roberto Frassi che voleva aiutare gli atleti con meno possibilità
I campioni juniores dei mondiali di ciclismo in Toscana

Sale sul podio, ma quasi non ci crede Nika. Diciotto anni di puro stupore: tanto basta per traghettare un paese nella storia dello sport e del ciclismo. La sua bandiera è quella dell’Albania, aquila bicipite su sfondo rosso, effige araldica di Giorgio Castriota Scanderbeg,  colui che pose sotto la sua ala il popolo albanese fino all’indipendenza dall’Impero Ottomano.

Questa bandiera parla d’imprese e conquiste a colpi di spada, oggi a colpi di pedale: ogni epoca trova i suoi mezzi. La conferenza stampa è appena terminata, i ciclisti volano all’antidoping. Gli occhi sono tutti per il vincitore, l’olandese figlio d’arte Mathieu Van der Poel. Poco più in là c’è l’atleta Iltjan, saluta e se ne va. Dietro al corridore c’è una nazione e ci sono anche loro, i suoi “angeli custodi”: Elda Gjoka, vicepresidente della federazione ciclistica, Alfred Tahiraj, segretario generale e l’italianissimo Roberto Frassi, team manager. Frassi voleva fare qualcosa per gli atleti con meno possibilità. Nella sua società ciclistica, l’A.S.D.Montepisano, erano già tre gli atleti tesserati con passaporto albanese. Roberto ha cercato ed ha trovato un contatto a Tirana. Ha messo a disposizione i materiali, il supporto logistico, la cultura tecnica del figlio Francesco. Dall’altra parte del canale d’Otranto ha incontrato l’entusiasmo di un gruppo di lavoro giovane e motivato. Così è partita l’avventura. Insieme, Elda, Alfred e Roberto hanno unito e coccolato gli otto ragazzi tesserati tra Lombardia, Toscana ed Abruzzo, Francesco Frassi li ha allenati per bene fino a farli partecipare al Giro della Lunigiana, la più prestigiosa corsa a tappe della categoria. Fino ad arrivare sul podio di via Paoli in quel di Firenze.

L’Albania stenta a decollare, ma intanto ci pensa lo sport a dare il proprio contributo. Da queste parti “avere buone idee significa avere coraggio”, lo stesso coraggio che serve ad un ciclista per oltrepassare il confine che lo separa dalla vittoria. Iltjan Nika è arrivato terzo e ci ha provato a portare a casa il bottino pieno. La gente del ciclismo ama il vincitore, ma adora il combattente anche se vinto. Sotto il palco delle premiazioni c’è anche il padre di Iltjan: «Mi sento onorato per il grande risultato di Nika. Appena l’ho visto dopo l’arrivo l’ho abbracciato e in un orecchio gli ho sussurrato di continuare ad essere una persona. Con dignità e saggezza».

(Le immagini sono state gentilmente concesse da Photo Pisoni)

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