Nicola Cabibbo: “maestro” di fisica e non solo

La scomparsa dello scienziato, credente, fisico italiano tra i più noti a livello mondiale, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze.
Nicola Cabibbo

Due anni fa abbiamo rischiato di festeggiare un nuovo premio Nobel italiano per la fisica: Nicola Cabibbo. Ce lo ha impedito una delle strambe decisioni dell’Accademia svedese, che ha assegnato il riconoscimento a due fisici giapponesi, negandolo invece a Cabibbo che aveva insieme con loro firmato, nel 1963 su Physical Review, un articolo memorabile, sul quale si sono basate le successive generazioni di fisici. Ci furono allora grandi rimostranze da parte dell’ambiente scientifico italiano, ma nessuna da  parte sua. Un vero signore, uno stile del quale si sono perse le tracce in Italia da qualche tempo.  

 

L’articolo, conosciuto come “l’angolo di Cabibbo”, il più citato nella storia della rivista scientifica Physical Review, chiariva «come avviene il mescolamento di più particelle all’interno di una sola», dando una spinta decisiva alla grande avventura degli acceleratori di particelle. Nato nel 1935 a Roma, Cabibbo fu prima appassionato di fantascienza, poi di fisica, allora «regina assoluta delle scienze, con la scoperta e il dominio del mondo nucleare». Dopo l’università, in cui fu allievo di Edoardo Amaldi, fu studioso di punta prima nell’Istituto di fisica nucleare (Infn), poi al Cern di Ginevra, infine in prestigiose università americane ed europee.

 

Alla passione per la scienza in tutti i suoi aspetti, univa una solida fede che lo portava ad analizzare e discutere volentieri, anche sui grandi mezzi di informazione, gli impatti che le idee e le realizzazioni scientifiche potevano avere sulla società. A dispetto dei tanti che si affannano a spiegare come non sia possibile essere contemporaneamente scienziati e credenti, chiariva con serenità e competenza «che si può benissimo credere nell’evoluzionismo e nella Creazione (non nel creazionismo)». Più volte è infatti intervenuto sui temi dell’evoluzione, della cosmologia, dell’etica e del rapporto tra testo biblico e conoscenza scientifica.

 

Non a caso è stato per molti anni apprezzato presidente dalla Pontificia Accademia delle Scienze. Un grande scienziato, «un grande maestro» ha commentato qualcuno alla notizia della sua scomparsa. Un uomo di scienza e fede di cui sentiremo la mancanza.

I più letti della settimana

Tonino Bello, la guerra e noi

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons