Nessuna rottura tra Egitto e Vaticano

«La crisi generata da un travisamento mediatico», ha dichiarato Antonios Naguib, patriarca di Alessandria dei Copti d’Egitto, di passaggio a Roma per i lavori conclusivi sul Sinodo per il Medio Oriente
cardinale Antonios Naguib
Di passaggio a Roma per svolgere i lavori conclusivi in seguito al Sinodo sulle Chiese del Medio Oriente, abbiamo incontrato il cardinal Antonios Naguib Patriarca di Alessandria dei Copti d’Egitto. A lui abbiamo chiesto notizie sulla crisi nei rapporti tra la Santa Sede e l’Egitto che stanno creando allarmismo, non solo sui media.

 

Il governo egiziano ritira la sua ambasciatrice in Vaticano, così si legge nei titoli di alcuni media in seguito a presunte dichiarazioni di Benedetto XVI sulla persecuzioni dei cristiani in Egitto? Com’è realmente la situazione?

«Bisogna chiarire. L’ambasciatrice non è stato ritirata, ma solo richiamata per consultazioni. Non è una rottura e le relazioni non sono interrotte, anche se l’ambasciatrice presso la Santa Sede, la signora Aly Hamada Mekhemar, non è ancora rientrata in Italia. Inoltre, sono state distorte le parole del Santo Padre che non ha mai detto che in Egitto ci sono persecuzioni contro i cristiani. Leggete il suo discorso del 10 gennaio al Corpo diplomatico e non troverete tali parole. Ha parlato della difficile situazione in Iraq, in Egitto, in Pakistan e altri Paesi. Citando l’Egitto e il Medio oriente ha fatto un appello ai governi dei Paesi della regione per proteggere i cristiani come cittadini. Così si è espresso il Papa: «Anche in Egitto, ad Alessandria, il terrorismo ha colpito brutalmente dei fedeli in preghiera in una chiesa. Questa successione di attacchi è un segno ulteriore dell’urgente necessità per i Governi della Regione di adottare, malgrado le difficoltà e le minacce, misure efficaci per la protezione delle minoranze religiose»(ndr).

Non ha parlato né di persecuzioni né di interventi di Stati Uniti, Francia, Unione europea come è stato invece riportato nei nostri media nazionali. Insomma, non c’è mai stata nessuna ingerenza del Vaticano sugli affari interni all’Egitto».

 

Da dove nasce allora questa notizia?

«La notizia è stata lanciata da un canale televisivo arabo, non egiziano, che non ama per nulla il mio Paese. Tale falsa notizia è stata ripresa da tutti i media egiziani senza controllare e verificare la fonte. La cosa assurda è che hanno preso per buona una notizia da un canale che fa sempre campagne contro l’Egitto. Resta il mistero per cui è stata rilanciata questa notizia».

 

Il consiglio dei ricercatori dell’università islamica di Al Azhar ha deciso di sospendere il dialogo con il Vaticano…Ci sono passi indietro nel dialogo tra cristiani e musulmani?

«Mi hanno mandato via fax anche le parole pronunciate dal Rettore di Al Azhar che ha ripreso le stesse accuse lanciate da un canale televisivo arabo. Ci riferiamo sempre alla false notizie trapelate in Egitto sulle presunte persecuzione dei cristiani citate dal papa. A febbraio ci sarà a Roma un nuovo incontro di dialogo interreligioso con i rappresentanti di Al Azhar e fino ad oggi, a detta del cardinale Jean Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, è confermata la loro presenza».

 

 

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