Napolitano a San Vittore

«Nessuno neghi la gravità della situazione», il presidente della Repubblica nel penitenziario milanese chiede l'impegno di tutte le forze politiche per ripristinare la dignità e il diritto
Napolitano a san Vittore

Giorgio Napolitano ha visitato il penitenziario milanese di San Vittore, simbolo del sovraffollamento che riguarda tutte le case circondariali dell’Italia. Nella struttura di San Vittore i detenuti sono 1.600, quando questa è stata progettata per ospitarne non più della metà. Basti pensare che in Italia su 47 mila posti disponibile in totali, i detenuti sono quasi 66 mila.

Il Presidente è stato accolto all’arrivo da un gruppo di esponenti del partito Radicale, ha poi incontrato i detenuti, il personale e i volontari nella rotonda del penitenziario milanese, per poi inoltrarsi in un raggio del carcere. Al termine conversando con i giornalisti si è soffermato sulla situazione insostenibile che mette in gioco l'onore dell'Italia. E' la prima volta che un capo dello Stato arriva nel penitenziario milanese. Ai radicali che chiedevano l’amnistia ha detto: «Ho più volte e anche molto di recente colto ogni occasione per denunciare l'insostenibilità delle condizioni delle carceri e di coloro che vi sono rinchiusi. Ho pensato tuttavia di dovere, accogliendo l'invito rivoltomi a visitare San Vittore, levare nuovamente la mia voce dopo che sul tema è intervenuta ancora la Corte europea per i diritti dell'uomo con una condanna per l'Italia».

Napolitano ha anche espresso la propria condivisione alle sofferenze di uomini e donne qui detenuti e direi in modo particolarissimo di donne che sono mamme e per di più anche straniere. Per il capo dello Stato è ora necessario dare esecuzione alla condanna venuta dall'Europa perché «è in gioco una delle condizioni essenziali dello Stato di diritto. Sono in gioco il prestigio e l'onore dell'Italia e l'impegno che ne discende deve essere presente a tutte le forze politiche e ai cittadini elettori anche nel momento in cui è chiamato a eleggere il nuovo parlamento. La mancata attuazione delle regole penitenziarie europee conferma la perdurante incapacità del nostro Stato a realizzare un sistema rispettoso del dettato dell'artico 27 della Costituzione sulla funzione rieducativa della pena e sul senso di umanità. Nessuna parte vorrà, anche in questo momento, negare la gravità e l'urgenza dell'attuale realtà carceraria nel nostro Paese».

Soddisfazione è stata espressa dal sindaco Pisapia che ha detto: «Con questo gesto Giorgio Napolitano dimostra ancora una volta di essere attento al tema della giustizia e quindi anche delle condizioni delle carceri, sovraffollamento, lentezza burocratica. San Vittore, purtroppo, vive la situazione di tutte le carceri italiane. E' un problema che non riguarda solo i detenuti, ma anche chi lavora e opera all'interno degli istituti penitenziari. Per questo il comune di Milano, per la prima volta, ha tenuto una seduta ufficiale del consiglio comunale carcere. Abbiamo voluto ricordare che San Vittore è parte integrante della città e la sua presenza, con i suoi problemi, non può e non deve essere rimossa».

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