Monza, la nuova giunta

Priorità dell'amministrazione di centrosinistra è puntare sull'onestà e lavorare in sinergia per il bene comune. Ma l'opposizione auspica un maggiore coinvolgimento nelle decisioni
Roberto Scanagatti

Roberto Scanagatti, sostenuto da Pd, Idv, Lista Faglia e Sel, sindaco con oltre il 60 per cento dei consensi, s’è fatto la sua squadra per governare Monza: nove assessori, tra cui tre donne. La media dell’età è 50 anni. Alcuni di loro sono conferme, altri, invece, sono delle vere sorprese. Tra queste c’è Cherubina Bertola, collaboratrice della Caritas ambrosiana, nominata vicesindaco con delega alle Politiche sociali. Nel suo intervento al primo Consiglio comunale ha parlato della forte tensione ideale, legittima, che si percepisce nella nuova composizione del Consiglio comunale.
 
Scanagatti spiega così: «Siamo consci di rappresentare una fase di svolta, di cambiamento richiesto dalla città. Il cambiamento politico è stato espresso alle urne, adesso noi qui dobbiamo fare la politica in modo differente. Nonostante la crisi e le calamità naturali che stanno mettendo a dura prova la nostra nazione, dobbiamo avere il coraggio di guardare avanti, di costruire quel progetto in cui gli elettori hanno creduto».
 
La nuova amministrazione vuole smarcarsi, rispetto alla precedente: «Al primo posto nel nostro ordine del giorno ci sarà l’onestà, vogliamo che i cittadini tornino ad avere fiducia nella politica. Abbiamo un obbligo nei confronti di tutti questi elettori e non solo. Questa è la primavera di Monza. La città vedrà dei cambiamenti, dobbiamo avere un atteggiamento di apertura. I nostri assessori saranno a disposizione dei cittadini. Il Consiglio comunale non deve essere una palestra in cui mostrare i muscoli, tra l’altro spesso su questioni di rilevanza relativa per i cittadini, ma deve essere il luogo che ha come fine il bene comune. Riportiamo le discussioni su questioni di sostanza e di merito, non svilendo il ruolo di questo ente».
 
Filo conduttore dell’amministrazione Scanagatti sarà la partecipazione: «Vorrei ci fosse sempre e su ogni questione un confronto serio, onesto, i rapporti sfilacciati non costruiscono nulla. Desidererei che il mio operato fosse davvero e sempre al servizio di tutti e in assoluta trasparenza».
 
Prove di opposizione
Al consigliere della Lega Nord, quello della nuova amministrazione non è parso un bel modo di cominciare: «Considerati i numerosi appelli alla partecipazione, ci saremmo aspettati di essere coinvolti nella scelta del candidato alla presidenza del Consiglio comunale, invece hanno imposto la loro scelta. Lo stesso ha rivendicato il Pdl. «Sarebbe stata auspicabile una maggiore concertazione. Così non avete lanciato un bel segnale».
 
Il discorso di Scanagatti riguardo al Consiglio comunale, «che deve smettere di essere un luogo dove esibire i muscoli e deve tornare a essere un luogo di confronto democratico», ha scatenato le reazioni del Pdl. «È una vendetta bella e buona, e considerato che la giunta non si è ancora riunita ha anche il sapore della decisione personale imposta agli assessori».
 
E l’ex sindaco Mariani, consigliere della Lega: «Mi fa piacere che si parli di legalità. Mi vengono subito in mente il sistema Sesto e i circa 20 milioni di euro del tesoriere della Margherita Lusi». E poi una spiacevole sorpresa: la diffusione di un comunicato col quale Sel ha attaccato la decisione di Scanagatti di escludere il movimento dalla giunta «solo per rispettare gli equilibri politici a discapito della professionalità».
 
Per Alessandro Gerosa, consigliere comunale di Sel, «l’impressione è che siamo stati considerati utili solo per la campagna elettorale. Abbiamo presentato diverse candidature di alto profilo, ma non ne è stata accettata nessuna. D’ora in poi rivendicheremo totale autonomia decisionale».
 
Drammatizzare non pare il caso, ma certamente per il nuovo primo cittadino di Monza, visto l’avvio, il futuro si presenta non privo di incognite.
 
 

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