Il mistero di Medjugorje continua

Un inviato speciale vaticano nella città bosniaca dove la Madonna apparirebbe dal 1981. La difficoltà di una decisione che rischia di spaccare. L’approccio pastorale del papa

Le apparizioni mariane non sono mai andate lisce come l’olio. Hanno sempre provocato reazioni contrapposte, che fosse a Lourdes o a Fatima, alla Salette come a Guadalupe. C’è chi vede la Madonna dappertutto e chi da nessuna parte. Certo è che tali manifestazioni non entrano nei fondamenti a cui il cattolico è tenuto a credere per dirsi tale. Così come è altrettanto certo che milioni e milioni di persone si sentono attratti dai luoghi delle “manifestazioni soprannaturali” a carattere mariano.

A Medjugorje continua così ininterrotto da 36 anni un flusso di pellegrini imponente, e si sono creati soprattutto in Europa migliaia e migliaia di gruppi di preghiera legati alle presunte apparizioni iniziate «sul sentiero che costeggia il Podbrdo», in cui apparve «una donna con in braccio un bambino», che solo il giorno seguente si dichiarò «Beata Vergine Maria» (parole dei presunti veggenti). Ma la diocesi di Mostar, da cui dipende Medjugorje, la cui parrocchia è in mano ai francescani, ha sempre assunto una posizione contraria alle apparizioni.

La commissione istituita da Benedetto XVI e presieduta dal card. Ruini ha fatto le sue ricerche ed ha rimesso le sue conclusioni (ancora top secret) già nel febbraio 2014. Ma il Vaticano non si è ancora espresso pubblicamente. In questi giorni papa Francesco ha incaricato il cardinale di Praga Henryk Hoser di fargli pervenire «più approfondite conoscenze della situazione pastorale di quella realtà e, soprattutto, delle esigenze dei fedeli che vi giungono in pellegrinaggio».

Parole importanti, che indicano l’esigenza di mettere i fedeli al centro dell’attenzione più che i fatti straordinari. Quel «soprattutto delle esigenze dei fedeli» indica che anche stavolta l’approccio pastorale del papa non si smentisce. Se anche, per ipotesi, le apparizioni si rivelassero inventate, la fede popolare dei milioni di pellegrini che si recano a Medjugorje merita rispetto. E studio.

Di ritorno dal suo viaggio a Sarajevo, nel giugno 2015, papa Francesco si era espresso con parole assai dure contro «chi ha sempre bisogno di novità dell’identità cristiana» e chi aspetta «la lettera odierna della Madonna». La sua preoccupazione era che non si «annacquasse la fede cristiana in una religione soft». La centralità del Vangelo e del Cristo è fuori di ogni discussione per Francesco. Ma la sua attenzione alla fede popolare, eredità latinoamericana, certamente lo spinge ad ascoltare anche l’ultimo fedele che si reca alle colline di Medjugorje.

 

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