Meglio Halloween o Holyween?

Una nottata di baldorie per celebrare la morte o una festa per ricordare in allegria i santi? Una riflessione tra mode (macabri) d'importazione e tradizioni italiane
Maria Gabriella Filippi

La conta dei morti fatta il primo novembre a Madrid non fa di certo pensare ad una festa. Sono infatti tre le ragazze decedute durante la "notte di Halloween" organizzata nella capitale spagnola, e due i feriti gravi: una tragedia che ha sollevato un mare di proteste e di polemiche. Il sindaco di Madrid Ana Botella ha proclamato per sabato 3 novembre il lutto cittadino, ma tutti – anche in Italia – si interrogano ora sul senso di una festa che celebra la morte e che sembra legittimare – ben più del “vecchio” carnevale – festeggiamenti all’insegna degli eccessi e degli atti vandalici.
 
A casa mia, quando il 31 ottobre scorso mio figlio Emanuele, di quattro anni, è tornato entusiasta da scuola parlando della festa organizzata in piazza per festeggiare Halloween con tanto di cappelli da strega e costumi da scheletro, ho salutato con un certo piacere le previsioni del meteo che prevedevano pioggia per il primo novembre. Vista l’età, per fortuna, non è stato invitato a party “pulp” notturni.
 
Mio marito, dando come si suol dire un colpo al cerchio e uno alla botte, ha riempito Emanuele di dolcetti, che al ritorno a casa il piccolo ha coscienziosamente – ma poco equamente – diviso tra tutti i presenti dopo un allegro “dolcetto o scherzetto” e la minaccia di una pernacchia per chi avesse rifiutato le caramelle.
 
Alla fine, però, ci siamo ritrovati davanti alla porta della nostra vicina di casa, di ben nove anni, che insieme ai genitori per una notte ha trasformato l’appartamento in “Casa di Halloween”, come opportunamente segnalato con un disegno colorato. Emanuele, trepidante, ha bussato ed è stato premiato da un pacchetto di biscotti, consegnatogli da due bambine grondanti sangue (finto) dagli occhi e dalla bocca.
 
Sarà che tutti questi scheletri e vampiri sanguinolenti (ma vanno bene anche maschere da ladro e serial-killer!) non mi mettono allegria o sarà che le feste d’importazione da riciclare per forza per alimentare il commercio, approfittando della (sana) voglia di allegria non mi convincono, devo dire che Halloween non ha ancora esercitato su di me il suo (macabro) fascino. Mi è invece piaciuta l’iniziativa segnalata da alcuni manifesti vicino casa. Piccoli, allegri e colorati, pubblicizzavano la Holy win, la festa (anzi la vittoria) dei santi.
 
Organizzata dal vicino oratorio, prevedeva un abbigliamento angelico o, come minimo, da santo. Banditi, a grandi lettere, teschi, mostri e zombie vari. Una proposta simpatica (finalmente), frutto di un atteggiamento positivo e propositivo. Un’idea che ha preso piede in molte parrocchie e se qualcuno ha pensato di approfittarne per proporre un approfondimento sul giorno di Ognissanti, qualcun altro ha lasciato spazio solo alla creatività e alla voglia di far festa, fornendo un locale decorato e piacevole a bambini e genitori e un’aternativa valida e divertente alle mode imperanti.

L’idea di una serata dedicata ai santi, Holyween, del resto, è stata lanciata cinque anni fa dai papa-boys, i tantissimi giovani che papa Giovanni Paolo II aveva chiamato "Sentinelle del mattino", per riprendere in mano e adattare alla nostra cultura una delle celebrazioni più sentite in Italia, quella dei santi, persone che hanno amato e creduto in qualcosa di buono e di grande.

(la foto è tratta dal sito www.sentinelledelmattino.org e si riferisce all'edizione 2011 di Holyween)

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