Chi sa poco o niente di Lorenzo Lotto, ma s’è imbattuto in qualche opera del pittore veneziano rimanendone affascinato e col desiderio di saperne di più, senza però dover affrontare testi impegnativi da “addetti ai lavori”, si troverà pienamente a suo agio leggendo il volume di Mario Dal Bello.

 

Un “incontro”, promette il titolo. E in effetti, la lettura di «questo saggio veloce e profondo che procede per fulminee illuminazioni», come dichiara nella Prefazione il direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci, ha come effetto non qualche nozione in più su un artista vissuto secoli fa, tra l’ultimo ventennio del Quattrocento e poco più della metà del Cinquecento, ma dà la sensazione di essersi imbattuti in un «nostro contemporaneo», come ancora afferma Paolucci, di averne penetrato l’anima; forse, di  aver chiarito qualcosa di sé stessi, come avviene in ogni autentica relazione umana.

 

«Di fronte ad ogni sua opera infatti  – afferma l’autore –, siamo coinvolti in modo così personale, da essere costretti a rinunciare all’indifferenza o alla fretta. I ritratti, la natura, le scene bibliche ci trasmettono i sentimenti di un animo estremamente sensibile, attento alla psicologia dei personaggi – uomini o santi che siano –, con un interesse che oggi diremmo psicanalitico». Per favorire questo incontro egli ha scelto di accompagnare 32 dipinti significativi del Lotto, di cui il volume offre splendide riproduzioni, con un commento acuto e al tempo stesso semplice, che lascia “parlare” l’opera stessa. Ciò che denota uno studio amoroso e una familiarità di anni. Non a caso Dal Bello è originario della terra del Lotto, e fin da ragazzo ha potuto ammirare nel Duomo di Asolo la celebre Assuntadel maestro veneto.