Lo spazio privato

Inizia l’era dello sfruttamento commerciale dell’orbita terrestre. Il lancio del Falcon 9 e l'attracco alla Stazione spaziale internazionale
Falcon SpaceX

Il vettore Falcon 9 della ditta privata SpaceX è partito dalla stazione spaziale di Cape Canaveral alle 9,44 del 22 maggio 2012, portando in orbita la navicella Dragon, la quale 3 giorni dopo si è agganciata alla Stazione spaziale internazionale (Iss) in orbita intorno alla Terra. Per la prima volta nella storia, una navicella privata riutilizzabile entra nel grande circo dello spazio.
 
Se si pensa che la ditta SpaceX è nata solo 10 anni fa, sembra quasi incredibile. È vero che la Nasa ha aiutato la realizzazione del lancio in tutti gli aspetti, ma resta comunque l’importanza strategica dell’impresa. Si apre infatti la strada ad un regolare servizio di rifornimento della Iss da parte dei privati. E, in prospettiva, sempre da parte di privati, è ipotizzabile un regolare trasporto di astronauti in orbita.
 
Sembra proprio che Obama avesse ragione. Quando all’inizio del suo mandato decise di aprire la colonizzazione dello spazio al contributo dei privati, invitando la Nasa, l’ente spaziale statunitense, a varare un apposito programma di voli commerciali in collaborazione con i privati, in molti storsero il naso, temendo il far west in orbita. Il rischio di una colonizzazione selvaggia naturalmente rimane, ma per ora godiamoci i vantaggi.
 
Dopo la messa in pensione delle navette Shuttle, per problemi di bilancio e di vetustà, tanti si erano preoccupati che si interrompesse la corsa allo spazio o che la parte del leone la facesse solo la Cina, sempre più presente in questo settore strategico. L’apertura ai privati dell’orbita terrestre, invece, scompagina ancora una volta le carte, rimettendo in gioco creatività, fantasia (e nuovi capitali). La Nasa, intanto, con i soldi risparmiati, ha dichiarato che si concentrerà sui viaggi interplanetari più impegnativi, verso Luna, Marte e oltre.
 
L'euforia per il successo nel lancio del Falcon (il nome richiama l’astronave di Guerre Stellari) ha però fatto passare in secondo piano l’aspro dibattito che si è aperto in questi ultimi tempi sul nostro piano spaziale nazionale. Non c’è concordanza, infatti, sugli obiettivi e le strategie dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), e qualcuno invoca un più deciso intervento nel settore da parte del ministro Profumo. Eppure le idee e le competenze ci sarebbero, apprezzate a tutti i livelli in campo internazionale; sprecarle per miopia strategica o interessi di poltrone sarebbe proprio imperdonabile. 

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