Liguria tra disoccupazione e licenziamenti

I dati della Cgil mostrano una Regione che stenta a fronteggiare la crisi. Prevista una diminuzione del due per cento del Pil
porto di genova

Nel 2012 il Prodotto interno lordo (Pil) ligure scenderà del 2 per cento, contro il -1.6 del nord ovest e il -1.8 della media del Paese. Bruno Spagnoletti, responsabile dell’ ufficio economico Cgil Liguria, e il segretario generale della Cgil Liguria Renzo Miroglio sono preoccupati. «Anche se il settore terziario tiene – spiegano – va bene, non basta. Da questa situazione se ne esce con scelte chiare, di recupero industriale dando il via alle opere progettate o ferme come il rifacimento della centrale di Vado Ligure, i raddoppi ferroviari, Gronda, terzo Valico, la piattaforma Maersk di Vado Ligure, la sesta vasca per il porto di Genova, il ribaltamento a mare di Fincantieri di Sestri. Ma anche difendendo Finmeccanica che non deve essere smembrata e ceduta nelle parti migliori per fare cassa o, peggio, come si dice oggi, come scelta strategica».

Dall’inizio della crisi economica, si calcola nel Report, dal 2008 la Liguria ha perso 5.859 posti di lavoro. Gli occupati in quattro anni sono passati da 650.616 a 644.757 occupati nel 2011. Degli oltre 15mila cassintegrati nel 2012, 3mila sono a rischio, cioè finita la cassa straordinaria saranno senza lavoro. Altro dato indicativo è il crac del lavoro autonomo, con le partite Iva, ma non solo, che è calato quasi del 77 per cento. Le microaziende che hanno chiuso sono seicento. Grave la situazione dell’agricoltura soprattutto a ponente, seppur Imperia sia una delle province che, con Spezia, “tiene", mentre Savona e Genova sono le più penalizzate dalla crisi.

Sono oltre centomila le persone senza lavoro (circa 50mila lo cercano mentre altrettante sono scoraggiate, cioè il lavoro non lo cercano nemmeno più). In sostanza un sesto della forza lavoro ligure. «Siamo in piena fase di recessione economica e non si intravedono vie di uscita per il prossimo anno – afferma Bruno Spagnoletti, che aggiunge – sino a oggi le ricadute della crisi si sono scaricate sui giovani; nel prossimo periodo c’è il rischio che la crisi si scarichi anche sul lavoro dipendente strutturato: nel 2012 sono a rischio almeno altre 3mila unità».

Per Renzo Miroglio «non esiste una via locale allo sviluppo». Europa e Italia devono mettere in campo iniziative per la crescita abbandonando la logica rovinosa del mero rigore – peraltro a senso unico – sul contenimento della spesa pubblica. A livello locale si può però contribuire decidendo di spendere quanto già oggi disponibile per realizzare quelle infrastrutture indispensabili all’economia ligure, senza ulteriori ritardi e tentennamenti, quali terzo valico, gronda, ribaltamento a mare e sesta vasca per il Porto di Genova». Sono in stato di agitazione gli operai liguri di Finmeccanica , che assistiti dai sindacati hanno deciso per sabato, quando il ministro Passera interverrà al convegno dei giovani di Confindustria, di portare non meno di mille persone «per far desistere il governo a dare delle coperture improprie a fronte di un processo di destrutturazione, quale la vendita degli asset del civile Finmeccanica».

Altro stabilimento in crisi è la Piaggio Aero Industries che manda in cassa integrazione 120 dipendenti dello stabilimento di Sestri Ponente. Scongiurata invece la "cassa" per i colleghi che lavorano nell'azienda a Finale Ligure, dove però è stata prevista la chiusura di alcuni comparti definiti "non strategici" per 2 giorni al mese fino a fine anno. Oltre alla manifestazione di Santa Margherita i sindacati preannunciano anche uno sciopero di tutto il gruppo Finmeccanica con manifestazione a Genova per la prossima settimana.
 

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