L’Europa contro la tratta

L’azione cristiana e la rete contro il traffico delle donne. È il titolo della guida realizzata dalla Commissione per i migranti in Europa della Cec-Kek (Ccme) e dalla Caritas Europa, presentata il 10 dicembre scorso a Bruxelles. La tratta delle donne è infatti un fenomeno di dimensioni globali e da anni la chiesa e le organizzazioni collegate denunciano e cercano dei rimedi con attività di prevenzione e di assistenza. Da qui la pubblicazione, da cui riportiamo alcuni spunti. Uno sfruttamento inimmaginabile. Secondo le stime delle Nazioni Unite, dell’Osce e della Commissione europea, sono tra le 500 mila e le 700 mila le donne trafficate, soprattutto dai paesi dell’Est verso quelli dell’Europa occidentale. Il progetto Cat (Christian action and networking against trafficking). Sostenuto dal programma comunitario europeo, ha favorito gli scambi di esperienze tra le organizzazioni di dieci paesi europei. Dieci raccomandazioni per prevenire e combattere il traffico di donne. Innanzitutto, combattere le cause all’origine del traffico di esseri umani, cambiando le condizioni sociali, economiche e culturali in cui vivono le donne. Il progetto ha anche verificato l’inefficacia delle campagne messe in atto in alcuni paesi dell’Est, che descrivono i rischi dell’immigrazione irregolare all’estero per cercare lavoro. Suggerisce invece di informare su come ridurre i rischi di cadere nella tratta. Per offrire alle donne un’alternativa sono auspicabili chiari, trasparenti e accessibili canali per l’immigrazione, con possibilità di orientamento professionale . Tra le raccomandazioni, la formazione dei pubblici ufficiali e dei volontari che entrano in contatto con le donne, il riconoscimento legale del ruolo di assistenza delle Ong, il sostegno finanziario alle iniziative di assistenza, e integrazione sociale nei paesi di origine o di destinazione da prevedere a lungo termine.

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