Le sfide del ritorno di Narayana Murthy

Il fondatore della Infosys, la più grande multinazionale indiana dell'informatica torna come direttore nell'azienda che ha fondato per risollevarla dalla crisi che non l'ha risparmiata. La novità sarà il suo stipendio: un centesimo di euro all'anno
Narayana Murthy

Ha suscitato scalpore in India la notizia che dal 1 giugno N.R. Narayana Murthy  è diventato il nuovo direttore della Infosys Ltd., che aveva fondato nel 1981 e guidato fino al 2011. La decisione, presa dal consiglio di amministrazione dell’azienda informatica, ha praticamente effetto immediato e l’assemblea dei soci, che si terrà a metà mese, formalizzerà la nomina.

Murthy è uno dei co-fondatori della Infosys, una ditta nata a livello familiare e diventata nel giro di pochissimi anni una multinazionale nel campo dell’informatica, del business consulting, dell’ingegneria e di servizi in outsourcing, che negli ultimi anni novanta e nel primo decennio del nuovo millennio hanno fatto la fortuna dell’India e della sua economia.

 

Il successo della Infosys ha portato il businessman di Bangalore ad essere considerato il padre del settore IT indiano ed uno fra i dodici grandi imprenditori dei giorni nostri, a livello mondiale. L’Infosys fu fondata all’inizio degli anni ottanta, dopo che Murthy aveva prestato servizio presso il prestigioso Indian Institute of Technology(IIT) di Ahmedabad. Il gruppo, costituito da sei professionisti del software, partì con un capitale di 10 mila rupie (allora circa 900 dollari americani), investite dalla moglie di Murthy, Sudha.

 

La storia del binomio Murthy-Infosys è considerata una delle leggende del boom economico del Paese asiatico e fa parte della storia dell’economia dell’India, annoverata ormai ad altre iniziate ben prima, ma ugualmente di grande successo: quelle della famiglia Tata, dei Birla e dei Godrej. Dopo trent’anni a capo della azienda, Murthy decise di andare in pensione nell’agosto del 2011. Nel corso degli anni l’industriale indiano ha assunto incarichi anche all’interno di gruppi bancari, di istituzioni universitarie e di organi internazionali. Fra questi merita ricordare che fu co-Presidente del World Economic Forum di Davos nel 2005. Il ritorno di Murthy è dovuto al momento decisamente critico che Infosys sta attraversando. The Economist lo ha definito come il più grande rientro dopo quello in politica di Indira Gandhi nel 1980, dopo un periodo trascorso dalla statista indiana in prigione. La nomina di Murthy e di un nuovo consiglio di amministrazione, che comprende anche il figlio, è, come accennato, conseguenza della crisi che ha colpito l’azienda, ma che sembra andare di pari passo con la situazione economica del Paese asiatico.

 

L’ascesa aveva accompagnato l’apertura dell’economia di stato voluta dall’allora ministro delle finanze e attuale premier Manmohan Singh. La traccia ascendente pare ora essersi interrotta, dopo vari anni di un prodotto interno lordo esaltante. Nonostante il suo pensionamento volontario, il business di Bangalore aveva conservato un piccolo ufficio all’interno del favoloso campus della Infosys nella capitale dello stato del Karnataka. Considerando i titoli ancora intestati a membri della famiglia, Murthy resta l’azionista di punta del gigante in crisi, con il 4,5% delle azioni pari ad un capitale di circa un miliardo di dollari.

 

Due restano, tuttavia, gli aspetti sorprendenti di questo ritorno. Murthy ha accettato l’incarico per i prossimi anni con uno stipendio di Rs.1 all’anno. Significa che l’industriale percepirà poco più di un centesimo di euro all’anno. Un segnale assai significativo per varie parti del mondo colpite dall’attuale crisi economica. Senza dubbio, un esempio che non ha molti simili. Il secondo, riguarda una caratteristica tipica sia delle grandi ditte indiane che della politica: il family raj, la tentazione a costituire una dinastia familiare. La Infosys, fino ad oggi, si era distinta in un contesto dominato da gruppi familiari, come i citati Tata, Godrej, Birla, ma anche Mahindra, Ambani e Jindal, per fare i nomi più famosi. Con l’entrata nel Consiglio di amministrazione del figlio che fino ad oggi non aveva mai avuto alcun posto di rilievo nella ditta, nonostante la brillante carriera accademica, molti temono che anche Infosys oltre alla sfida della fase critica che sta attraversando, si troverà a fare i conti con la questione della successione familiare.

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