Le otto “beatitudini” del politico

Per il terzo appuntamento con il libro L'arte di unire di mons. Giuseppe Petrocchi per Città Nuova, in pochi punti, le caratteristiche che "fanno" un buon poltico
Politica

Per mons. Giuseppe Petrocchi, la politica è un’arte nobile che esige competenza, dedizione ed un profilo etico alto poiché si tratta di una vera “missione sociale”, sintetizzabile in otto punti, definiti per la prima volta dal card. Van Thuan con il termine evangelico di "beatitudini", e successivamente ripresi dal vescovo di Latina. Tratto da L’arte di unire. Messaggi ai politici, di prossima pubblicazione per i tipi di Città Nuova e che raccoglie i discorsi di mons. Petrocchi dal 2000 al 2010, ecco le otto caratteristiche che devono contraddistingere un buon politico.

 

«1. Beato il politico che ha un’alta consapevolezza ed una profonda coscienza del suo ruolo.

Il Concilio Vaticano II ha definito la politica “arte nobile e difficile”[1].

 

2. Beato il politico la cui persona rispecchia la credibilità.

Ai nostri giorni, gli scandali nel mondo della politica si moltiplicano facendo perdere credibilità ai suoi protagonisti. Per ribaltare questa situazione, una risposta forte è necessaria, una risposta che implichi riforma e purificazione, al fine di riabilitare la figura del politico.

 

3. Beato il politico che lavora per il bene comune e non per il suo proprio interesse.

Per vivere questa beatitudine, il politico interpelli la sua coscienza e si domandi: sto lavorando per il popolo o per me?

 

4. Beato il politico che si mantiene fedelmente coerente.

Occorre una coerenza costante fra la sua fede e la vita di persona impegnata in politica; una coerenza ferma fra le sue parole e le sue azioni: una coerenza che onori e rispetti le promesse elettorali.

 

5. Beato il politico che realizza l’unità e, facendone di Gesù il fulcro, la difende.

Questo, perché la divisione è autodistruzione.

 

6. Beato il politico che è impegnato nella realizzazione di un cambiamento radicale.

Tale cambiamento avviene lottando contro la perversione intellettuale; avviene non chiamando bene ciò che è male; … avendo una magna charta: il Vangelo.

 

7.Beato il politico che sa ascoltare.

Che sa ascoltare il popolo, prima, durante e dopo le elezioni; che sa ascoltare la propria coscienza; che sa ascoltare Dio nella preghiera. La sua attività ne trarrà certezze, sicurezza ed efficacia.

 

8. Beato il politico che non ha paura.

Che non ha paura, prima di tutto, della verità. «“La verità”, dice Giovanni Paolo II, “non ha bisogno di voti!"»[2].

È in questa luce che, come sta diventando ormai tradizione, mi permetto di suggerire alcune indicazioni “a raggio pontino”, nella speranza che possano risultarvi utili nell’adempimento del vostro compito».



[1] GS, n. 75.

[2] François Xavier Nguyên Van Thuân, “Giustizia e pace – Il contagio della carità”, in 30Giorni, n. 5, (maggio 2002), pp. 35-36.

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