Le incerte elezioni lombarde

Cinque i candidati, quattro uomini e una donna, che si contendono la poltrona di presidente di una delle regioni cardine del Paese. Tanti gli incerti, ma tutti vogliono respirare qualcosa di nuovo. Una curiosità: 614 elettori hanno superato i 100 anni
Pirellone a Milano

Elezioni bagnate, elezioni fortunate, il detto non riguarda proprio le elezioni, ma potrebbe suonare così, visto le previsioni per questo fine settimana, alquanto impegnativo. Ma poi elezioni fortunate per chi?. Forse mai come in questa occasione l'unica sicurezza che campeggia padrona è l'incertezza. Sia per quanto riguarda il voto politico sia per quello l'amministrativo. Alla guida della Regione sono in cinque a candidarsi quattro uomini e una donna. Gabriele Albertini per la coalizione Scelta Civica Con Monti per l'Italia (UDC, FLI e Lista Monti), Umberto Ambrosoli della coalizione di Centrosinistra (Pd, Sel, Centro Democratico, Psi, Patto Civico per la Lombardia), Silvana Carcano per il Movimento 5 Stelle, Roberto Maroni candidato del Centrodestra (Lega Nord e Pdl), e Carlo Maria Pinardi candidato di FARE – Fermare il declino. Mentre per le Politiche le liste hanno fatto il pienone di candidati, raccolti un po' ovunque sul territorio.


Forse in Lombardia i candidati hanno giocato le forze migliori per la conquista del Pirellone. La posta in gioco è alta e a quanto pare il voto lombardo dovrebbe influire su quello nazionale. Non sono mancati colpi di scena, accuse, beghe, ritiri e riciclati. Candidati imposti d'ufficio dalle segreterie dei partiti, giochi e sotterfugi. Certo quello che più preoccupa, è il gran numero degli incerti. Sono questi il vero ago della bilancia. In questi giorni abbiamo raccolto molti pareri tra i cittadini e davvero tanti sono stati quelli che ci hanno detto che avrebbero deciso all'ultimo minuto.

O che addirittura non si sarebbero recati ai seggi. C'è preoccupazione poi perché, «chi vota partiti piccoli, spreca il voto», mi spiega un signore che sa. Quello che si respira qui è comunque un forte desiderio di "nuovo", di " forze fresche" in grado di prendere a cuore la situazione dell'Italia, perché non può continuare così, con ingiustizie, diseguaglianze, disonestà, chiusure, nessuno vuole vivere in questo mondo, eppure qualcuno l'ha costruito e purtroppo continua a costruirlo.

I milanesi dunque si preparano a vivere un week end impegnativo. Domenica e lunedì infatti saranno quasi un milione a recarsi alle urne. Ecco alcune cifre: come sempre le donne sono in maggioranza col 53 per cento, un buon numero di elettori sono quelli che hanno superato i cent'anni, 614. Per la Regione voteranno in totale 993.585, mentre per Camera e Senato sono rispettivamente 945.509 e 883.103. I residenti all'estero, che per legge votano per corrispondenza, sono 48.076 dal 2001. Ci sono poi 1.502 «nuovi italiani», figli di genitori stranieri nati in Italia, che hanno ottenuto la cittadinanza italiana e il diritto al voto al compimento dei 18 anni. I diciottenni al debutto del voto, per Regione e Camera, sono 15.245 e 19 diventano maggiorenni proprio il 24 febbraio. A garantire la sicurezza sono 2.500 dipendenti, tra vigili, pronto intervento tecnico, addetti alla raccolta dei plichi, referenti di sede elettorale e personale dell'anagrafe.


Per i servizi messi in campo l'amministrazione spenderà 6 milioni di euro, fondi che saranno rimborsati da Stato e Regione. Sono 211 le sedi in cui si voterà e 1.250 sono le  sezioni elettorali. E 1.310 sono i presidenti di seggio, mentre gli scrutinatori sono 5.120. Un particolare interessante riguarda l'inserimento dei disoccupati e dei cassintegrati, da parte del Comune tra i criteri di nomina degli scrutatori. «Una decisione – sottolinea l'assessore ai Servizi civici, Daniela Benelli – presa considerando la difficile situazione economica che si sta vivendo, anche se ovviamente il criterio principale resta la vicinanza dell'abitazione al seggio». Il risultato è che tra gli scrutatori di questa tornata elettorale si contano circa 500 disoccupati.

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