Le caprette di Marco e Jessica

L’avventura di creare un’azienda biologica. Il progetto Policoro di Macerata. Il terremoto del 30 ottobre, la fuga della popolazione, il crollo delle vendite. L’appello agli amanti del biologico ad acquistate direttamente presso i produttori per aiutarli a ripartire
caprette

Racconta Jessica: «Marco stava mungendo domenica mattina, quando all'improvviso è arrivata la scossa, le nostre amate capre si sono agitate e sono scappate via correndo per tutta la stalla, siamo rimasti con loro tutto il giorno, per cercare di calmarle, ora stanno bene e hanno ripreso a mangiare tranquille. Ci siamo guardati, dicendoci che siamo stati fortunati ad averle ancora tutte vive e in salute, ma con la mente siamo con tutti gli allevatori e agricoltori delle nostre terre che hanno subito tanti danni.»

 

Siamo a Pollenza, in provincia di Macerata. Lì, in Contrada Morazzano, vivono Marco, Jessica e le loro caprette, insieme, sono l’Azienda Agricola Biologica Caprì. La loro avventura è cominciata dopo il matrimonio, nel 2011. Iniziano con due caprette, che poi diventano dieci e, presto, cinquanta.

 

Il loro proposito, da subito, è quello di creare un prodotto a km 0, biologico e naturale. Marco dal canto suo sogna di lasciare il lavoro da idraulico e dedicarsi appieno all’azienda. Con i loro quattro ettari di proprietà producono cerali, orzo, farro, grano, anche legumi, soprattutto, ceci. La loro produzione serve per lo più a sfamare le capre, ma qualcosa rimane anche per la vendita. Il passaggio al biologico avviene con facilità, spontaneamente, vista l’attenzione con cui curano sia la coltivazione dei mangimi, che l’allevamento delle loro caprette.

 

Così, nel 2012, aderiscono ad alcune reti di piccole aziende biologiche locali, iniziando a partecipare ai mercatini di settore. I loro prodotti, latte e formaggi di capra, hanno un discreto successo, ma le entrate non riescono a compensare le spese accumulate nei primi anni di attività e gli investimenti ancora necessari.

 

Nel 2013, Marco lascia il suo lavoro per dedicarsi a tempo pieno all’azienda, mentre Jessica continua a fare la commessa e lo aiuta part-time. A quel punto, sono ad un bivio: o aumentare sia i capi allevati, sia i terreni coltivati producendo anche legumi biologici destinati alla vendita diretta, o… gettare la spugna. Il problema che sembra insormontabile è il costo dei terreni, sia per l’acquisto che per l’affitto.

 

Tramite un’associazione locale CiSEI (Centro Sperimentale di Educazione Interculturale), che promuove alcuni dei mercati biologici a cui l’Azienda Caprì partecipa, Marco scopre il Progetto Policoro di Macerata. È attraverso questo progetto della Chiesa Cattolica per favorire il lavoro dei giovani che Marco e Jessica hanno la possibilità di prendere in affitto dei terreni di proprietà dell’Istituto Diocesano di Sostentamento del Clero. Grazie a questi nuovi terreni, l’Azienda Agricola Caprì ricomincia felicemente la sua avventura… Fino al terremoto del 30 ottobre scorso.

 

«I nostri danni sono piccoli in confronto a quelli di altre aziende che hanno perso tutto. Noi continuiamo a lavorare, produciamo. Il nostro problema sono i mercati. Le persone terremotate sono in difficoltà e certamente non vengono più a fare la spesa ai mercati biologici. Abbiamo tanto prodotto invenduto. Senza contare che ormai, la maggior parte della popolazione si è spostata sulla costa. Tolentino, uno dei luoghi dove facevamo mercato, è completamente distrutto. È molto triste vedere il centro di questa bella cittadina così isolato e abbandonato, ma noi e tante altre aziende agricole biologiche del nostro splendido territorio ci siamo, perché dobbiamo e vogliamo resistere. Non ci arrendiamo.»

 

Poi, a proposito dei tanti messaggi girati anche in rete, sull’acquisto di prodotti del territorio per aiutare le popolazioni colpite dal terremoto commenta: «L'iniziativa è lodevole e giusta. Vi chiedo solo, laddove potete, di fare attenzione, di acquistare il più possibile direttamente dalle aziende, lasciando perdere intermediari e negozi, perché le aziende di quelle zone, potrebbero essere costrette, vista la tragedia, a svendere le loro eccellenze a prezzi ridotti ai negozi, e alcuni, approfittandone, potrebbero rivenderli al doppio o al triplo di quanto acquistato. Lo abbiamo visto, è successo. Dove possibile, acquistate direttamente dalle aziende agricole o da commercianti di vostra fiducia!»

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