L’arte per la reciprocità e le relazioni

Il "progetto Casina", nato all'interno della sezione femminile della Casa circondariale di San Vittore a Milano, ha unito in un "convivio" gli artisti partecipanti e le donne della struttura
cenacolo san vittore

Tutto è cominciato da Antonella, Carla e Silvia, con la collaborazione di Aldo e Luca, nel 1991. Lo hanno chiamato “progetto Casina”, ed è sorto all’interno della sezione femminile del carcere di San Vittore a Milano, con l’intento di costruire uno spazio di relazione che coinvolgesse senza distinzioni di ruolo gli artisti promotori e le donne della casa partecipanti. «Il progetto è un insieme di tanti elementi, artistici, umani e istituzionali, strettamente collegati nella loro complessità» dicono gli organizzatori. La necessità di collocare l’esperienza artistica in un’istituzione estranea ad una dimensione estetica nasce dal riconoscere a quest’attività un carattere civile, inteso come svolgersi di relazioni umane. Nel 2006 si è formata l’associazione Progetto Casina, che ha per finalità la valorizzazione, anche all’interno dell’istituzione carceraria, delle differenze di genere intese come strumento per favorire la crescita dell’identità personale e la cura di sé, nonché la trasmissione all’esterno delle conoscenze e i saperi femminili sviluppati all’interno del progetto.
 

Negli anni il percorso del progetto Casina e alcune delle sue operazioni sono stati documentati attraverso la pubblicazione di un libro, un video e nella rivista Parata. Nel giugno del 2007, la mostra Il Cenacolo a San Vittore (Milano, Sacrestia Bramantesca della Basilica di Santa Maria delle Grazie) ha presentato l’esperienza del laboratorio artistico e culturale sul Cenacolo di Leonardo da Vinci, svolto nell’anno 2004-2007, grazie ad una convenzione con il ministero della Giustizia e il quello dei Beni Culturali.

In occasione della pubblicazione Lo spazio madre, nella Galleria Milano è stata presentata una selezione di materiali elaborati tra il 2008 e il 2010 nell’ambito degli incontri settimanali tenuti dal progetto Casina. A partire dal ciclo di lavori dedicati all’Ultima cena di Leonardo da Vinci, il percorso è stato pensato come un libero convivio, al quale le donne partecipanti potessero invitare nuove e nuovi ospiti. Con la presenza costante di Antonella, di Luca e delle donne che avevano già seguito il progetto negli anni precedenti, si sono seduti alla tavola del progetto Anna, Maria Lorena (che ha coordinato il laboratorio di cucina), Laura (che ha coordinato un laboratorio di scrittura), Elisabetta, Donata, Aldo, Carla e Giorgio. Questa varietà di incontri ha favorito una dimensione conviviale rinnovata e dinamica nello spirito proprio della Casina. «Nell’incontro si attua la dimensione propriamente artistica che caratterizza il progetto: in una relazione di reciprocità, ogni persona, lasciandosi vedere, permette alle altre di vedersi».

 

Il libro Lo spazio madre, pubblicato nel dicembre 2010 grazie a un contributo del ministero della Giustizia, presenta alcuni testi e disegni prodotti nel corso del laboratorio e una serie di conversazioni raccolte durante gli incontri a San Vittore. «Il filo conduttore è la riflessione, proposta da Antonella, sulla possibile declinazione al femminile del nostro tradizionale concetto di spazio, fino a giungere all’ipotesi di uno spazio nuovo — ben rappresentato dall’iconografia della Madonna della Misericordia —, che sia realmente naturale e a misura d’uomo, che si apra gradualmente per accogliere la vita di chi lo abita; uno spazio espanso, articolato e non costruito dall’interno». In mostra, in un’installazione appositamente progettata, sono state esposte due grandi fotografie del Cenacolo a san Vittore, realizzate da Linda Fregni Nagler nel 2006, alcuni disegni del laboratorio e un video per la regia di Andrea Benzi.

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