La Signora di Šiluva

La Madonna del santuario lituano continua ad attrarre e a convertire cristiani e non credenti e a dare forza e speranza ad un popolo ferito
Santuario della Madonna a Siluva in Lituania

Un paesino incastonato nel verde smeraldo del paesaggio lituano, punteggiato da piccoli laghi, come pezzi di cielo caduti tra la foresta e i prati. La natura è uno dei grandi amori di questo popolo semplice e trasparente: ne vive. Una parte notevole di Vilnius, la capitale, è occupata da un grande bosco intatto; il più grande artista lituano, il pittore e musicista Mikailojus Konstantinas Ciurlionis ha dedicato alla natura i suoi due capolavori musicali, i poemi sinfonici “Nella foresta” e “Il mare”.
 
Šiluva è un centro di attrazione per la popolazione del Paese e dell’estero; nel 1993 c’è stato anche Giovanni Paolo II. Il motivo? Nel 1608 vi è apparsa la Madonna: una delle apparizioni più antiche. La Lituania è stato l’ultimo Paese europeo a convertirsi al cattolicesimo, alla fine del XIV secolo. Ma con la riforma protestante, prima i luterani e poi i calvinisti hanno tentato la conversione del popolo in modo forzato e la chiesa di Šiluva è stata distrutta.
 
L’apparizione Nel 1608 alcuni giovani pastori stavano pascolando il gregge nel luogo dell’antico tempio. Sopra una larga pietra è apparsa loro una giovane dai lunghi capelli, con un bambino in braccio e che piangeva, triste. Uno dei bambini è corso a chiamare le autorità religiose calviniste del paese che, arrivate sul posto, hanno visto la giovane e le hanno domandato: «Giovane donna, perché piangi?». «Piango perché la gente era solita adorare mio Figlio in questo luogo, ma ora essi arano e seminano». Poi è scomparsa. Non ci sono documenti storici che raccontano come si siano comportati in seguito i pastori calvinisti, ma resta il caso unico della Madonna che ha parlato a dei non cattolici.
 
Il fatto ha determinato la conversione della popolazione al cattolicesimo e Šiluva è divenuta un centro di pellegrinaggio dove accorrono folle a migliaia, ottenendo grazie e miracoli e, soprattutto, convertendosi a una vita cristiana più autentica. I pellegrini sogliono percorrere anche lunghi tratti in ginocchio su strade non asfaltate.
 
Il santuario Fra il 1760 e il 1773 è stato costruito un grande santuario e poco distante, all’inizio del Novecento, una cappella a forma di torre sulla pietra dell’apparizione. Durante l’occupazione comunista sovietica, dopo la Seconda guerra mondiale (preceduta da quella nazista), il governo ha fatto di tutto per impedire l’accesso al santuario: ha chiuso le strade, proibito i trasporti, diffuso voci di epidemie pericolose in quell’area e ha perfino mandato in Siberia e in prigione alcune persone per aver partecipato a processioni. Ma questo non ha trattenuto il popolo dall’andare a Šiluva.
 
Sono stato lì una settimana in luglio. Ero stato invitato a dare un corso di esercizi spirituali per suore di varie congregazioni della Lituania. Dal tempo che passavano nel santuario, da come pregavano, ho capito che Maria non ha smesso di apparire a Šiluva per dare forza, speranza e identità a questo popolo che ha sofferto tanto. Ne sono stato conquistato.
 
 
 

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