La regola d’oro

“All’ombra del Colosseo, dove tanti cristiani dei primi secoli hanno pagato col martirio la loro fede in Gesù”, Chiara Lubich (sono sue le parole citate) traccia un profilo lucido della situazione mondiale attuale, teatro della lotta tra il Bene e il Male, palcoscenico della ricerca della pace. E ne individua gli attori. La pace è oggi un bene così prezioso che tutti noi, adulti e giovani, persone responsabili e semplici cittadini, dobbiamo impegnarci a salvaguardarla. E anche voi ragazzi e ragazze. Naturalmente, per sapere come comportarci, occorre conoscere bene le cause più profonde dell’attuale drammatica situazione. Anche a voi è noto come nel mondo non regni la giustizia, come vi siano paesi ricchi e paesi poveri, affamati, mentre il piano di Dio sull’umanità sarebbe quello d’essere tutti fratelli, in una sola grande famiglia con un solo Padre. È questo squilibrio uno dei fattori, forse più determinante, che genera risentimento, ostilità, vendetta, terrorismo. E allora come creare maggiore uguaglianza, come suscitare una certa comunione di beni? È ovvio che i beni non si muovono se non si muovono i cuori. Occorre, quindi, diffondere l’amore, quell’amore reciproco che genera la fratellanza. Occorre invadere il mondo con l’amore! Cominciando da noi stessi. Così voi, ragazzi. Ma, qualcuno dei presenti mi potrebbe chiedere: “È compatibile l’amore, l’amarsi con lo stile di vita che le nostre culture ci hanno tramandato?”. Sì, è possibile: andate a cercare nei vostri Libri sacri e troverete – è quasi dovunque – la cosiddetta “Regola d’oro”. Il cristianesimo la conosce così: “Fa’ agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te” (cf Lc 6,31). E così dice Israele: “Non fare a nessuno ciò che non piace a te” (Tb, 4,15). L’Islam: “Nessuno di voi è vero credente se non desidera per il fratello ciò che desidera per sé stesso” (Hadith 13, Al Bukhari). E l’induismo: “Non fare agli altri ciò che sarebbe causa di dolore se fosse fatto a te” (Mahabharata 5: 1517).Tutte frasi che significano: rispetta e ama il tuo prossimo. E se tu, ragazzo musulmano, ami, e tu, cristiano, ami, e tu, indù, ami, arriverete certamente ad amarvi a vicenda. E così fra tutti. Ed ecco realizzato un brano di fraternità universale. Poi occorre amare gli altri prossimi, e voi in particolare, i ragazzi che incontrerete nella vita: perché se ogni simile ama il proprio simile, i ragazzi si lasciano meglio convincere e trascinare a grandi ideali dai ragazzi. Amare dunque: è uno dei grandi segreti del momento. Amare con un amore speciale. Non certo con quello rivolto unicamente ai propri familiari o agli amici, ma l’amore verso tutti, simpatici o antipatici, poveri o ricchi, piccoli o grandi, della tua patria o di un’altra, amici o nemici… Verso tutti. E amare per primi, prendendo l’iniziativa, senza aspettare d’esser amati. E amare non solo a parole, ma concretamente, a fatti. E amarsi a vicenda. Carissimi ragazzi e ragazze, se così farete, se così faremo tutti, la fratellanza universale s’allargherà, la solidarietà fiorirà, i beni saranno meglio distribuiti, e potrà risplendere sul mondo l’arcobaleno della pace: su quel mondo che, fra pochi anni, sarà nelle vostre mani.

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