La posta di Città nuova

Mercati globalizzati e scelte consapevoli Ho letto di recente su Città nuova la vicenda dei vagoni di mele spediti a suo tempo dall’Italia fino in Rhodesia. Ora, su un’altra rivista leggo di comunissima frutta, come pere e uva, che arrivano fuori stagione in Italia e in tutta Europa dal Sudamerica. Immagino il ricarico dei costi di trasporto su questi prodotti che dovranno essere pagati ben poco in partenza per fare concorrenza alla nostra frutta. Viviamo davvero nell’assurdo. Giovanni Rubini – Bari Le spedizioni di mele italiane in Rhodesia sono durate pochissimo, anche perché chi consumava quelle mele ha dovuto lasciare il Paese. Frutta e verdura, invece, che dall’emisfero australe raggiungono oggi fuori stagione i nostri mercati, sono ormai un fatto così comune che neppure ce ne accorgeremmo se non gettassimo l’occhio distratto sui cartellini che indicano obbligatoriamente la provenienza dei prodotti. Salvo poi accorgerci che il sapore di questa frutta lascia a desiderare perché le diverse condizioni ambientali in cui una varietà di frutta cresce, non sono ininfluenti. Anche il timore che questi prodotti siano inquinati assai più dei nostri da pesticidi e conservanti, preoccupa giustamente. Ma c’è dell’atro. La Coldiretti ha stilato una classifica che denuncia come, per raggiungere i nostri mercati dal Cile, dall’Argentina e dal Perù, volando fino a 12 mila chilometri, per ogni chilogrammo di merce se ne consumano sette di carburante e si liberano nell’atmosfera grandi quantità di anidride carbonica. Per contrappasso stanno trovando sempre più spazio nei nostri mercati rionali prodotti cosiddetti a chilometri zero, perché arrivano dalle campagne più prossime alle città. È un fatto che il mercato si evolve. E dunque, anche l’informazione corretta dovrebbe concorrere a fare evolvere la capacità del consumatore a compiere scelte più consapevoli. Le religioni non sono l’oppio dei popoli Penso che le religioni, se ben interpretate, non siano l’oppio dei popoli, ma un fattore determinante per la vita e l’identità di un popolo, come ha dimostrato la recente rivolta in Birmania guidata dai monaci buddhisti contro il regime militare. Potremmo anche pensare alla rivoluzione del rosario nelle Filippine contro il dittatore Marcos, come al sindacato cattolico polacco Solidarnosc che fece crollare la dittatura comunista. E che dire della rivoluzione pacifica dell’indù Gandhi in India, o dell’impegno del Dalai Lama per il Tibet? Al contrario le ideologie laiciste del Novecento, che hanno cercato di cancellare Dio dalla storia, hanno creato totalitarismi (nazismo e comunismo) che hanno prodotto mostruose carneficine. Fernando Cabildon È vero quanto lei asserisce, ma non è tutto. Purtroppo, nella storia, troviamo che anche le religioni, male interpretate, sono state usate come strumento di discriminazione e di violenza. Oggi ciò è sempre meno facile, ma accade ancora. Basti vedere quanto avviene in certi Paesi musulmani e, proprio in questi giorni, nella stessa India, ad opera di frange estremiste fanaticizzate. Non solamente barriere antirumore Da un po’ di tempo assisto con disappunto al rapido inscatolamento delle nostre autostrade (e non solo di quelle) che vengono murate dentro altissime barriere antirumore, occludendo anche il panorama. Capisco le esigenze di chi si trova a vivere, suo malgrado, vicino a queste assordanti fonti di rumore, ma si dovrebbe pure trovare il modo di non interdire totalmente la vista che le nostre strade offrono, specie nelle zone panoramiche. Giorgio Prandi – Orvieto Giusto al ritorno dalle ferie, penso che molti di noi abbiano rilevato il fatto da lei lamentato: ottima cosa rimediare all’inquinamento acustico, ma si dovrebbe forse porre maggior cura nella scelta dei materiali con cui realizzarlo. Fra questi, i pannelli trasparenti mi sembra siano quelli che consentono, almeno in parte, la vista delle zone panoramiche che si attraversano. Mi pare che all’estero si ponga maggiore cura per rispettare queste esigenze. Inoltre, si dovrebbero offrire, segnalandole per tempo, piazzole di sosta panoramiche per sopperire, almeno in parte, alle esigenze di chi viaggia. La miglior pubblicità per il turismo non sono i cartelli pubblicitari, ma le anticipazioni suggestive che gli scorci di paesaggio offrono a chi attraversa le nostre bellissime contrade, invitando a progettare visite mirate ad una loro più completa fruizione. Sperando di non trovarle definitivamente interdette dalle barriere antirumore. Un progetto educativo innovativo Quando mi è capitato di scrivere un articolo su Città nuova, mi sono sempre accorto che esso rappresenta un’occasione di rapporto, sia con chi legge, sia con chi intervisto o di cui tratto la notizia. Così è avvenuto anche in quello sui nidi famiglia del n. 19/2007. Con la signora che ho avuto modo di intervistare è iniziato un lungo scambio di email e di idee che ha portato alla partecipazione ad un progetto dell’Unione europea, sempre sui nidi famiglia, che è stato finanziato e inizia in questi giorni il suo percorso per la formazione di 15 operatrici che apriranno le proprie abitazioni nella zona Sud della provincia di Roma per un progetto educativo innovativo. È la riprova che uno dei desideri ripetuti fino alle ultime ore da Chiara Lubich, investire in relazioni, è vincente e porta frutti abbondanti. Incontriamoci a Città nuova, la nostra città UN CAFFÈ LETTERARIO SUI MONTI LESSINI Boscochiesanuova, sulla Lessinia, a due passi da Verona, con splendide giornate di sole. Il programma della Mariapoli è vario: passeggiate, sport, arrampicate, discese in grotta, visite al parco naturale, incontri sotto il teatro tenda. Per approfondire la spiritualità dell’unità c’è spazio anche per incontri letterari, sorseggiando un buon caffè. Era nato in noi il desiderio di gustare insieme la lettura di qualche pagina di libri che avevano lasciato un segno dentro di noi, ci avevano aiutato a guardare alle nostre giornate con più serenità e fiducia. Abbiamo cominciato con l’ultimo libro di Chiara edito da Città Nuova Erano i tempi di guerra: pagine sulle prime Mariapoli che sembravano appena scritte… Sono banditi i musi lunghi, gli uomini vestiti di beige…. Ci hanno proprio rovesciati. Eravamo in po-chi ad ascoltare queste parole, ma ecco qualcuno bussa alla porta, si aggiungono altri amici e altri che non conoscevamo. Nasce così un dialogo sempre più profondo. Quelle pagine ben esprimono quanto stiamo vivendo proprio in quei giorni. Nell’incontro successivo siamo partiti, invece, dalla lettura di un articolo di Città nuova: Fidarsi è bene, non fidarsi è peggio. È stato come aver stappato una bottiglia di spumante! Ciascuno aveva esperienze da donare in negativo, ma anche in positivo ed abbiamo concluso che vale la pena fidarsi con intelligenza, secondo quanto Gesù stesso ci mette in cuore. Intanto altri amici continuano ad aggiungersi in questo Caffè letterario che aveva incuriosito anche i nuovi dell’ambiente. Apriamo le pagine di Parlaci di Lui di Fabio Ciardi. Ci piace quel modo di riscrivere i fatti del Vangelo con taglio giornalistico, appassionato, proprio di chi ha vissuto quella situazione unica che gli ha cambiato la vita. Leggendo ad alta voce, cercando di entrare in quella situazione, riscopriamo Gesù così umano e sorprendente da stare lì ai suoi piedi, affascinati dalle sue parole che sono acqua fresca, zampillante, che disseta. Come mai ci succede questo? Tutto sembra nuovo! Forse siamo un cuor solo, un’anima sola? Non possiamo partire senza che ciascuno abbia tra le mani una copia di questi libri per gustarli personalmente. E nasce spontaneamente una proposta: perché non ripetere anche durante l’anno questa iniziativa? Paola Farenzena – Verona Indirizzare i vari contributi a: rete@cittanuova.it

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