La posta del direttore

L’IMPENNATA DEI PREZZI “Vorrei fare alcune precisazioni sull’argomento trattato nell’editoriale del numero scorso.Tutta la frutta estiva è stata scarsissima a causa delle gelate primaverili. Il danno è stato completato dalla siccità e dalle tante grandinate che, oltre all’aver distrutto molto prodotto, ne hanno danneggiato un’altra grande fetta.Visto che si dovrebbe commercializzare solo la prima qualità (come vuole l’Ue), ne è conseguito un esagerato aumento dei prezzi. “Il calo della produzione è stato stimato per le albicocche del 70 per cento, per le susine del 60 per cento, per le pesche tardive dell’80 per cento. Meloni e cocomeri, maturati tutti insieme per il caldo, dopo un inizio a prezzi vertiginosi, sono stati lasciati in campo. Per questo motivo già i prezzi all’ingrosso della frutta estiva sono stati alti, ma i ricarichi del dettaglio sono stati eccessivi. “Ora la situazione dovrebbe migliorare, in quanto ormai si trova dell’uva a prezzo basso e i prezzi all’ingrosso di mele e pere, anche se la produzione è inferiore del 15-20 per cento, sono di poco superiori a quelli dell’anno passato. “In sostanza mi pare che non sia giusto prendersela con i produttori che sono stati i più penalizzati da un’emergenza stagionale così avversa”. Vincenzo Raimondi – Ravenna Premesso che non è praticamente possibile calmierare prodotti così labili come quelli ortofrutticoli e che, se fosse possibile, l’Ue lo impedirebbe, è evidente che il rincaro dei prodotti, salvo rare eccezioni, avviene nelle ultime fasi della commercializzazione. Una cosa è raddoppiare o triplicare un prezzo normale (da euro 0,5 a euro 1,5) e un’altra è compiere la stessa operazione su di un prezzo che parte già maggiorato per vari motivi, anche validi (da euro 1 a euro 3). Nel primo caso l’utile per il dettagliante è di euro 1, mentre nel secondo caso è di euro 2. Il produttore quest’anno ha raccolto metà prodotto e ha cercato di limitare al massimo il danno ricevuto, visto che i costi di produzione sono stati gli stessi. Questa considerazione non pare altrettanto valida anche per il dettagliante. Si dovrebbe dunque concludere che il settore da risanare è soprattutto quello della commercializzazione. AMARE SENZA DISTINZIONE DI PERSONA “Sono davvero stufo del provincialismo italiano verso le altre culture, forse è più giusto dire dell’ignoranza dilagante degli italiani in merito all’immigrazione (che non è un problema se visto con gli occhi di Dio. Lo è se visto con gli occhi degli uomini creatori dei confini territoriali). “Comincia a non essere più casuale che tali esternazioni vengano sistematicamente da ampi settori della Destra italiana che oramai, per nascondere il loro fallimento politico, nelle loro campagne elettorali non sanno far altro che propagare paure figlie della menzogna! “Devo tra l’altro ammettere che spesso queste esternazioni (per me disgustose) sono appoggiate da tante persone che si dichiarano cristiani praticanti cristiani che a quanto pare hanno anche loro visioni fondamentaliste, eppure Gesù diceva di amare il prossimo senza distinguo. “Io sono cattolico, e mi sforzo di vivere i valori cristiani cercando di evitare il giudizio. Ma a volte credo ci sia bisogno di alzare un po’ la voce specialmente con chi dice di condividere gli stessi valori, e il mio “sfogo” ha questa intenzione”. Gennaro Mele Nella sostanza non mi sento di darle torto. Nella forma, visto che lei stesso definisce il suo uno sfogo, mi limito a dire che forse anche talune esternazioni disgustose degli altri potrebbero essere viste come sfoghi di reazione davanti a problemi reali molto gravi che l’immigrazione incontrollata effettivamente porta con sé. Per il resto la rivista propone da sempre di guardare alle persone e ai popoli nella prospettiva di un mondo unito. Oltre a ricordare il primato della carità che ci fa vedere un fratello, anzi un altro Gesù, in ogni emigrante. E ci invita a comportarci di conseguenza. Tuttavia anche introdurre delle regole per impedire un afflusso in balia dei trafficanti di uomini è stato necessario.Pur con tutti i limiti della legislazione attuale. VECCHIE E NUOVE AMICIZIE “Da quando sto cercando di progredire nel cammino dello spirito, le vecchie amicizie e le conoscenze che avevo si ritirano da me e mi ritrovo pressoché sola e questo mi dà tristezza. Del resto, il mio stile di vita è cambiato: una certa sobrietà di vita mi fa rinunciare a gran parte dl superfluo per fare uso diverso del denaro; ho eliminato certe letture per lasciar spazio a quelle che mi arricchiscono dentro; provo il desiderio di donarmi a chi ha bisogno. “Mi piacerebbe testimoniare la mia fede, ma non so come farlo”. Un’abbonata Seguendo il vangelo può essere normale diventare “segno di contraddizione” e mettere in crisi i nostri rapporti. Se le vecchie amicizie si ritirano e lei si trova sola, cominci col cercarne di nuove, magari attraverso chi le ha fatto conoscere Città nuova. Insieme a loro troverà certamente il modo di riallacciare rapporti normali anche in famiglia e con i vecchi amici. Ma non resti sola. QUELLA PROVVIDENZA INASPETTATA Qualche tempo fa stavo leggendo i Fioretti di Chiara, e mentre scorrevo quelle testimonianze sulla provvidenza pensavo: a me queste cose non succedono, si vede che non ho abbastanza fede. Ora, non sono povero, ma non vivo nemmeno negli agi, e da qualche anno la parola “soldi da parte” era uscita dal mio vocabolario. Così quando mi sono arrivate un paio di spese impreviste (gli apparecchi odontoiatrici per le mie figlie), ho cominciato a pensare a come fare per trovare i soldi occorrenti. Sono uno statale, e un secondo lavoro, se scoperto, significa licenziamento automatico: quindi non sapevo proprio come comportarmi. Non ho fatto in tempo a darmi da fare, perché la provvidenza mi ha preceduto: è arrivata da un collega la segnalazione che i corsi di informatica per i quali mi ero segnalato come docente sarebbero iniziati di lì a poco! Con la cifra che mi è stata erogata sono riuscito a coprire la spesa del primo apparecchio, e la prospettiva dei prossimi corsi mi fa sperare che riuscirò a coprire anche quella del secondo”. G.G. – Torino È una caratteristica della provvidenza sorprendere chi si affida a lei. Senza scomodare i grandi santi come Giovanni Bosco e il Cottolengo, che senza disporre di una lira hanno intrapreso opere gigantesche, proprio il libro dei Fioretti, cui lei accenna, mostra come essa sia alla portata di tutti. NO ALL’ESPORTAZIONE DELLE ARMI Qualche mese fa il parlamento italiano ha approvato una legge che liberalizza l’esportazione delle armi chiamandola legge per lo sviluppo della difesa. Io, con un nome più appropriato, la chiamerei: industria per lo sviluppo dell’offesa. Che ne dite?”. Cirillo Seneci – Brescia Non è la prima volta che ne parliamo, ma non ci dispiace ribadire che siamo contrari al commercio delle armi. Non dovrebbe essere facile dormire in pace sapendo che gran parte dei mutilati in Africa, in Asia e nella stessa Europa lo devono a mine costruite in Italia da ditte private che certamente non hanno dato nesun apporto allo sviluppo della nostra difesa, mentre hanno soltanto arricchito chi le ha prodotte. UNA VITA CON “CITTÀ NUOVA” “Ho finito in questi giorni di sistemare le annate della nostra rivista in comodi faldoni. Dai primi numeri, quando ancora si chiamava La Rete, fino ad oggi. “Nel guardarle ora, una accanto all’altra, è come se davanti a me si snodassero cinquant’anni importanti della mia vita. Da quando ho avuto la fortuna, o meglio la grazia di conoscere e cercare di mettere in pratica la vita “ideale” che ci accomuna. Ed ho provato istintivamente una forte spinta a ringraziarvi tutti, dai primi redattori fino a voi, molti dei quali siamo legati da una lunga e bella amicizia. “Tutti quei numeri, che pare non finiscano mai, con i primi un po’ ingialliti, hanno scandito immancabilmente, ogni quindicina, la mia vita di giovane, poi di sposato con quattro figli, e della mia esperienza di insegnate, poi di preside ed ora di pensionato. Li ho sentiti sempre vicini, fedeli all’appuntamento, ad ogni passo della nuova vita intrapresa e della mia esperienza della vita ispirata dal Vangelo di cui le pagine della rivista erano e sono tuttora portatrici” Pensieri di Chiara, esperienze vissute, visione dei fatti del mondo con una chiave di interpretazione “nuova” e di tutti i suoi problemi, difficoltà ed esigenze di ogni tipo che hanno marcato la storia dell’ultimo mezzo secolo. “In quanti momenti cruciali della mia vita i vostri fogli mi sono stati di sostegno e di luce! La certezza del vostro sforzo quotidiano e comunitario di diffondere in tutto il mondo attraverso le varie riviste nelle principali lingue parlate il crescere di una esperienza di vita che è andata sempre più affermandosi con riconoscimenti anche ad altissimo livello ecclesiastico e civile, mi spronava a seguirvi sempre più con amore (questo è il termine più appropriato). E quel Vangelo sempre vivo ed attuale che fuoriusciva da tutte le pagine, non mi ha abbandonato nemmeno nei momenti più difficili. “Grazie, dunque, di cuore, con l’augurio, che per me è diventato certezza, di continuare insieme questo cammino per molti anni ancora”. Daniele Gabrielli – Frosinone

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