La paura si vince con la bellezza

Il docu-film e i laboratori di Gabriele Vacis in giro per l'Italia
gabriele vacis

«La paura è normale. Di fronte a fenomeni difficili da comprendere il nostro istinto di sopravvivenza crea paure. Tutti hanno paura, fortunatamente però molti non si fanno imprigionare, e hanno il coraggio di affrontarla, condividendola: solo così si può battere. Spesso le paure sono dettate dalla non conoscenza dell’altro, del lontano. La speranza della conoscenza è quello che fa fare il salto: il diverso prima lo temi, ma quando ti avvicini, ti relazioni, entri a far parte del suo mondo, lo conosci e la paura svanisce. In questo, cioè nella speranza, i giovani hanno da tanto da insegnare. La speranza e la bellezza sono ciò che ci salva».

 

A parlare è Gabriele Vacis, uno degli autori teatrali più conosciuti e apprezzati, che ha fatto, nei mesi scorsi, un excursus in un’arte non sua: il cinema, dando vita a un film documentario che, partito da una ricognizione sulle paure degli italiani, approda alla “bellezza”, come unico antidoto possibile alla complessità del presente.

Vacis continua: “La raccolta di duecento e più interviste in giro per l’Italia non ci è servita a contare quanti italiani hanno paura del buio o degli stranieri, ci serve a capire che tutta questa storia della paura e della sicurezza ha a che fare con la filosofia, con la bellezza e non con la polizia e le galere”.

 

Il film parte da un progetto La Paura SiCura, un viaggio nelle paure e nel coraggio degli italiani nel 2010, costituito da sei tappe, da nord a sud, nelle città di Montegranaro, Settimo Torinese, Ravenna, Schio, Genova e Catania. Un viaggio durante il quale il regista torinese ha raccolto quasi 300 racconti. Nelle sei città si sono svolti dei laboratori teatrali coinvolgendo giovani e associazioni, e, attraverso la mediazione della pratica artistica, i partecipanti hanno raccontato e condiviso le proprie storie ed esperienze, le proprie paure, oggettive o fantasmatiche, e gli episodi in cui tali paure sono state affrontate e superate con soluzioni creative, relazioni di scambio e solidali e azioni di coraggio individuali o collettive.

 

L’intento del progetto, che ha anche attivato un sito blog (www.paurasicura.it), è, da un lato, quello di offrire una chiave di lettura alla necessità di sicurezza, sempre più presente in cittadini e amministratori, dall’altro di raccontare, dialogando con tutti coloro che abitano le città in merito alle paure del presente: da quelle più intime, esistenziali e adolescenziali di tanti ragazzi; a quelle derivanti dai mutamenti che le nostre città hanno affrontato in questi anni; a quelle, drammatiche, del degrado e della criminalità diffusa e organizzata.

Da questa indagine è emerso un grande messaggio di speranza per il futuro: la paura può trovare risposte nelle risorse che l’individuo ha nel proprio bagaglio personale, culturale e di relazione; ed è proprio la relazione, l’incontro con l’altro, la sua conoscenza, il farsi amico, ma anche la semplice cuirosità nel conoscere il diverso, che fanno in modo di superare ogni paura, o magari di conviverci serenamente e di creare una cultura dell’accoglienza e dell’accettazione.

Una lezione importante data da giovani e meno giovani e un’indicazione suggerita alla politica: la pausa può essere superata o razionalizzata se, nel contesto sociale, la comunità mette in campo come antidoti le azioni positive dei soggetti istituzionali, delle famiglie, dei presidi educativi e sociali.

 

«In un tempo di democrazia delle emozioni, – conclude Vacis – il cinema, la televisione, internet possono essere strumenti formidabili di rassicurazione e possono servire a consolare, ad incoraggiare piuttosto che a spaventare».

Il docu-film raccoglie la memoria e dà la massima visibilità al lavoro svolto nelle sei località, c’è anche un libro, una sorta di “diario di bordo”, che racconta i laboratori e la preparazione del docu-film, e il sito internet con il blog creati per coordinare, fornire informazioni sul progetto e, soprattutto, coinvolgere e far partecipare, da protagonisti, tutti coloro che sono coinvolti o interessati alle tematiche affrontate dal progetto.

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