La ‘ndrangheta sempre più padrona di Milano

Dall'indagine compiuta dalla Camera di commercio di Milano, con l'università Bocconi, emerge che l’associazione criminale è la più coinvolta nei procedimenti giudiziari avviati dal 2010. Tanti gli imprenditori coinvolti
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Sarebbe la ‘ndrangheta l’associazione di tipo mafioso più coinvolta nei procedimenti giudiziari avviati a Milano (nell’84% dei casi in cui è coinvolta una associazione italiana di tipo mafioso). Seguono Cosa Nostra (7%), Sacra Corona Unita (5%), Camorra (2%). Nel 12,8% dei casi, il ruolo nell’associazione dell’imprenditore indagato è quello di organizzatore e/o promotore dell’attività criminosa. Le attività criminali compiute prevalgono di poco sui reati di tipo economico (51% rispetto al 49%).

A stabilire questi dati è una recente indagine compiuta dalla Camera di commercio di Milano, con l’università Bocconi, in collaborazione con Assimpredil Ance e il Centro nazionale di prevenzione e difesa sociale. In particolare: negli ultimi dieci anni sono stati indagati 762, nell’ambito dei 62 procedimenti avviati presso la Procura di Milano per il reato di associazione mafiosa. Tra gli indagati per mafia uno su cinque è un imprenditore delle 290mila industrie del milanese, dati che però stanno aumentando dal 2010. 

Il rapporto è stato commentato da un intervento del procuratore aggiunto Ilda Boccassini, a capo della Dda di Milano, secondo la quale: «Uno dei problemi per i magistrati che combattono la criminalità organizzata è che non sono mai stati istituiti i tribunali distrettuali, una visione globale la può avere solo un tribunale distrettuale, che non è mai stato attivato e questo è un problema serio» Problema che la Bocassini spiega così: «avviene una polverizzazione dei processi, malgrado le indagini siano accentrare nel distretto, dobbiamo andare a fare i processi a Pavia, a Como, a Lecco, a Busto Arsizio e a Palmi.

Non si può dare in mano un processo a giudici di provincia che, con tutto il rispetto, non sanno nulla di questi argomenti». Riguardo poi alla presenza sempre più massiccia della ‘ndrangheta, il capo della Dda ha invocato una «sentenza della Cassazione che sancisca la sua esistenza come fenomeno unitario. Per ora ci sono stati processi sulle singole famiglie – ha detto la Boccassini – ma non sul fenomeno inquadrato da un punto di vista unitario. Di recente, solo le indagini “Crimine e Infinito” hanno visto per la prima volta assemblati i capi di due regioni diverse».

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