La mia amica Città Nuova

In occasione dei 60 anni della rivista, abbiamo chiesto ai lettori perché la leggono e perché si abbonano. Ecco alcune delle risposte che abbiamo ricevuto
Città Nuova luglio 2016

In tempi di relazioni, appelli e discorsi fatti attraverso i social network, abbiamo voluto provarci anche noi. Per i 60 anni di Città Nuova, abbiamo chiesto ai nostri lettori, su Facebook e su WhatsApp, perché la leggono, perché si abbonano, perché la consigliano, per evidenziare il legame, il patto che lega la rivista ai suoi lettori da ben sei decenni. Ecco alcune delle risposte che abbiamo ricevuto.

 

«Leggo Città Nuova – ci scrive Marilena Scaringella – perché mi prende per mano e mi porta nel mondo, nella vita vera, perché mi giunge come un dono. Tante volte dà risposte alle mie domande altre volte mi dà idee, suggerimenti. Pensandoci bene è come un'amica, un'amica vera».

 

Ezio e Marisa di Torre Boldone leggono Città Nuova «perché in un tempo di forte individualismo ci aiuta a credere che la fraternità universale trionferà sull'odio. Ci colpisce il fatto che non sia piena di pubblicità, quindi serva di interessi e del mercato, e ci dà pace anche quando affronta fatti di violenta attualità. La consigliamo per gli stessi motivi che ci spingono a leggerla: sottolineamo l'imparzialità e l'oggettività, l'apertura al mondo. Città Nuova ci dà un grande respiro». Inoltre, sottolinea Ezio, «è l'unico giornale che riesco a leggere interamente».

 

Ricordando i sessant’anni della rivista, Miriam auspica: «Ancora lunghi anni insieme sempre col coraggio di sentirsi "liberi". Leggo Città Nuova perché mi aiuta a riflettere e guardare il mondo in maniera "sana", in "profondità", senza fermarsi ai sensazionalismi e alla morbosità degli eventi! Mi abbono perché avverto forte l'impegno e il credere nel loro lavoro, di tutte le persone che lavorano per Lei! Anche se le Poste spesso mi mettono in crisi……!!!». La consegna della rivista in qualche città è ancora un problema. Se ne lamenta, su Facebook, anche Maria: «Non mi arriva mai – sottolinea – pure essendo abbonata». Visto che siamo una grande comunità, Alessandra spiega: «Io ho risolto rivolgendomi all’ufficio postale». Altrimenti, basta chiedere «all’ufficio abbonamenti o al tuo abbonatore», aggiunge Carmela, spiegando che è la sua vita a unirla a Città Nuova.

 

Una rivista che è anche organo ufficiale del Movimento dei Focolari, come ribadiscono Maria e Stefy, che la leggono perché «dà uno sguardo purificato sulla realtà evidenziandone la trama di unità sottostante. Ciò ci dà speranza».

 

«Voglio con tutto il cuore ringraziare quanti negli anni hanno contributo alla realizzazione di questa "ispirazione" di Chiara Lubich, avere cioè – scrive Paola Canzi – una rivista che ci sia di guida e ci porti a riflettere su tutte le vicende del mondo alla luce del vangelo e del carisma dell'Unità. Credo che Città Nuova porterà copiosi frutti per il rinnovamento dell'umanità e contribuirà alla fraternità universale».

 

Tiziana, da Palazzolo Sull'Oglio, ci scrive: «Leggo Città Nuova da tanti anni perché pubblica, tra le altre, notizie del popolo del Movimento dei Focolari. Sono interessata anche agli articoli di approfondimento su questioni di attualità, li trovo equilibrati, sempre scritti senza giudizi negativi su chi la pensa diversamente; sono utili, insieme ad altre fonti, a formare il mio pensiero su varie questioni».

 

Dello stesso parere Valeria Rota, che spiega: «Leggo Città nuova perché mi istruisce in positivo. Grazie infinite!»; e Rosa di Manfredonia. «Città Nuova – afferma – mi informa sul positivo che c'è nel mondo, mi fa capire e mi fa conoscere tante questioni di cultura, mi arricchisce spiritualmente ed umanamente, mi fa pensare e mi aiuta ad agire su come anch'io posso contribuire a costruire un Mondo Unito, mi fa ridere con le vignette e con alcuni articoli. Mi piace! L'unica cosa che non mi piace per niente è l'uso della minuscola con i nomi propri in alcuni titoli».

 

Ci scrive anche Anna, una ex abbonata. «Causa problemi economici e con grande rammarico – spiega – ho dovuto rinunciare al rinnovo. Leggo sempre gli articoli sul web, perché mi piace il vostro punto di vista, gli spunti di riflessione che suggerite, i toni pacati ed educati e soprattutto l'imparzialità, anche se la vostra è una voce cristiano-religiosa. Buon lavoro». Grazie Anna, e speriamo che le cose vadano meglio.

 

«Città nuova – scrive Giovanni Falasca – è da sempre la mia "passione". Ho fatto il mio primo abbonamento nel novembre del 1972. Credo profondamente nei frutti che Città nuova porta ovunque entra». Per Carmela e la sua famiglia «Città nuova è la rivista per eccellenza in casa. Ci dà un respiro positivo su tutte le realtà sociali, economiche e spirituali». Giovanni, invece, ha lavorato «49 anni e 10 mesi nelle vendite dell'editrice. Con gli altri venditori ho impegnato passione, intelligenza e forze fisiche. Siamo cresciuti insieme, noi e Città Nuova. Ho seguito le ultime vicende dovute alla crisi economica. Viviamo un momento critico. In questi mesi c'è stato l'anniversario del terremoto in Friuli. Ho visto un filmato dove una donna, 2 giorni dopo il terremoto diceva: "Non è più tempo di piangere ma è tempo di ricostruire". Mi è sembrato lo spirito giusto con cui continuare il lavoro oggi per Città Nuova, a tutti i livelli».

 

Luisa è un’abbonatrice. «Città Nuova – afferma – ha dato, in questi anni, tutto a me, ai miei abbonati: lo sguardo giusto, sapore e colore, accompagnandoci e sostenendoci passo dopo passo, in momenti di confusione e anche belli della vita».

 

Città Nuova è la rivista preferita anche di Carmen Pennisi, «perché – spiega – non è banale, non rileva sempre gli aspetti negativi, ma fa spiccare ciò che dà una speranza e il bene che si può rilevare comunque nelle piccole e grandi realtà. Dà uno sguardo sul mondo a 360 gradi, ma fa anche introspezione dei nostri piccoli fatti quotidiani alla luce della fede».

 

Ci sono arrivati gli auguri di Matteo dall’Indonesia e quelli dela redazione di Ciudad Nueva Argentina. Carlos, Santiago, Alberto, Matías, Lorena, Maria Rosa, Elena, Santiago C. e Fernando scrivono: «Cari fratelli di Città Nuova! Condividiamo la gioia di questi 60 anni con voi. Siamo andati a cercare nel nostro archivio il n.1 e, dobbiamo dirlo, ci siamo emozionati tutti a vedere che è vero quanto dice Michele Zanzucchi. Erano 3 fogli eppure c'era tutto! Quel tutto che vogliamo anche noi, nel Paese di papa Francesco, riflettere ogni mese sulla carta, ogni giorno sul web e ogni settimana attraverso la radio! Continuiamo insieme più che mai a lavorare per questi meravigliosi mezzi di comunicazione affinché la fraternità si faccia sempre più visibile nel nostro pianeta». Auguri anche a tutte le Città Nuova del mondo, che lavorano con determinazione, coraggio e spesso pochi mezzi e ci aiutano con le loro corrispondenze chiare e approfondite sui principali fatti di cronaca.

 

I messaggi ricevuti sono tantissimi. Purtroppo non riusciamo a pubblicarli tutti, ma ne faremo tesoro. Concludiamo con il ricordo di una grande emozione. «Sessant’anni fa – ricorda Carla Greco – in quella Valle di Primiero io c'ero. Quanti i ricordi di quei giorni trascorsi avvolta in un clima d'amore e d'unità mai sperimentato così forte. Per anni mi sono dedicata, nei miei limiti, alla diffusione di Città Nuova. E c'era tanta gioia perché Città Nuova donava e dona tutt'oggi il grande messaggio dell'amore. Grazie a tutti della redazione che la rendono così importante per un mondo lacerato dall'odio». Grazie ai nostri lettori, senza i quali Città Nuova non ci sarebbe. Auguri a noi!

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