La memoria di Utøya

L'offerta teatrale di inizio 2018
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La memoria di Utøya

Il 22 luglio 2011, in Norvegia, Anders Behring Breivik, “il mostro”, scatena l’inferno. Otto morti con un’autobomba a Oslo, un diversivo e poi il vero obbiettivo: 69 ragazzi laburisti uccisi uno a uno nell’isola di Utøya, il ‘paradiso nordico’, sede storica dei campeggi estivi dei giovani socialisti di tutto il mondo. La strage era stata pianificata per anni, con lucidità e coscienziosità al limite del maniacale, e che non era contro un obbiettivo a caso ma contro il cuore delle giovani “promesse” del socialismo europeo. Era una strage politica. Utoya, scritto da Edoardo Erba e messo in scena da Serena Senigaglia, è il tentativo di fare memoria e denuncia senza fare “teatro civile”, è a pieno titolo una tragedia contemporanea. Guardare ad essa è come guardare a Medea, a Edipo, a Baccanti, con la sola differenza che quanto qui viene narrato è accaduto davvero. E, forse, potrebbe ancora accadere se non facciamo attenzione a chi siamo, a quale società stiamo contribuendo a costruire.

“Utøya” di Edoardo Erba, con la consulenza di Luca Mariani, autore de Il silenzio sugli innocenti”, regia Serena Sinigaglia, con Arianna Scommegna e Mattia Fabris, scene Maria Spazzi, luci Roberto Innocenti. Produzione Teatro Metastasio Stabile di Prato in collaborazione con Teatro Ringhiera ATIR. A Milano, Teatro Filodrammatici, dal 9 al 14/1.

Tango glaciale a Napoli

Lo spettacolo debuttò nel 1982 con Andrea Renzi, Tomas Arana e Licia Maglietta, tutti esponenti di Falso Movimento, il collettivo di artisti che in quegli anni cambiava la storia della sperimentazione teatrale italiana. Oggi Mario Martone lo riporta in scena con un nuovo allestimento a cura di Raffaele Di Florio e Anna Redi, un’operazione che, a distanza di 35 anni, conferma il carattere rivoluzionario del progetto. «Tango Glaciale – spiega Martone – racconta l’attraversamento di una casa da parte dei suoi tre abitanti; dal salotto alla cucina, dal tetto al giardino, dalla piscina al bagno: un’avventura domestica che si trasforma continuamente proiettandosi nel tempo e nello spazio. La meccanica visiva dello spettacolo è composta da un sistema di architetture di luce realizzato grazie al montaggio di filmati e diapositive, e permette allo spettacolo di svolgersi in dodici ambienti per dodici diverse scenografie, durante un’ora, alla media di un cambio di scena ogni cinque minuti. In questa griglia spaziale velocissima si svolge il lavoro degli attori.

“Tango Glaciale” regia di Mario Martone, con Jozef Gjura, Giulia Odetto, Filippo Porro. Produzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto. Riallestimento nell’ambito del Progetto RIC.CI. A Napoli, Piccolo Bellini, dal 16  al 28/1

Werther in viaggio a Broadway

Un fantasioso viaggio del protagonista del romanzo epistolare di Goethe nel mondo del teatro americano degli anni Cinquanta, con echi di café chantant e teatro brechtiano. Con questo nuovo spettacolo Giancarlo Sepe chiude la trilogia dedicata al mondo dell’America degli Stati Uniti, fra gli anni quaranta e cinquanta. “Werther, il personaggio romantico che scrive lettere all’amico Guglielmo, per confidarsi con lui del suo impossibile amore per Lotte. Werther che pensa all’amore pur schiacciato, nella sua terra di Germania, in guerre sanguinose che umiliano i suoi sentimenti di pace. Werther che prima di darsi la morte, da lui fortemente voluta, ripara in America, a Broadway, capitale del teatro, in un viaggio della speranza dove, forse, cerca di dimenticare la sua donna ‘proibita’, dove gli attori recitano e rappresentano i sentimenti sulla scena, che a volte non solo recitano, ma vivono sulla loro pelle, in un avvicendarsi di verità e finzione. Storie vere di camerino e storie finte di palcoscenico… Si salverà il giovane Werther dai suoi neri propositi di morte?”

 “Werther a Broadway” diretto da Giancarlo Sepe, musiche Davide Mastrogiovanni a cura di Harmonia Team, scene Alessandro Ciccone, costumi Lucia Mariani, luci Guido Pizzuti. con Massimiliano Auci, Sonia Bertin, Marco Imparato, Federica Stefanelli, Adele Tirante. Produzione Compagnia del Teatro la Comunità. A Roma, Teatro la Comunità, dall’11/1 al al 4/2.

Una sola voce nei Giganti della montagna

Il dramma incompiuto, l’ultimo dei capolavori pirandelliani diventa un lavoro per un unico interprete, un’affascinante e struggente allegoria della forza dell’immaginazione. Il regista e attore Roberto Latini, incarna le voci di tutti i personaggi dando vita a un’opera orchestrale coronata dalla musica di Gianluca Misiti e inscritta in una scenografia crepuscolare e misteriosa. “È  un classico che penso si possa permettere ormai il lusso di destinarsi ad altro possibile. Voglio immaginare tutta l’immaginazione che posso per muovere dalle parole di Pirandello verso un limite che non conosco…”. Così scrive Latini nelle note di regia, un invito rivolto anche allo spettatore a compiere una torsione dello sguardo che conduce ad un altrove “al di fuori del tempo e dello spazio”.

“I giganti della montagna”, di Luigi Pirandello, adattamento e regia Roberto Latini, musiche e suoni Gianluca Misiti, luci Max Mugnai, con Roberto Latini, video Barbara Weigel, elementi di scena Silvano Santinelli, Luca Baldini. Produzione Fortebraccio Teatro. A Prato, Teatro Metastasio, dall’11 al 14/1.

Saluti da Brescello 

Le statue di Don Camillo e Peppone raccontano, in un dialogo notturno nella piazza di Brescello, l’infiltrazione della ‘ndrangheta calabrese nell’Emilia Felix.  Lo spettacolo rievoca un episodio avvenuto nelle terre rese note da Giovannino Guareschi giocando tra la cronaca, l’onirico e il romanzo popolare, con ventate di divertente ironia. Saluti da Brescello è il testo commissionato dal Teatro di Roma a Marco Martinelli per rappresentare l’Emilia-Romagna all’interno del progetto “Ritratto di una Nazione – L’Italia al lavoro”, stagione 2017/2018.

“Saluti da Brescello”, reading di e con Marco Martinelli, Teatro delle Albe. Ingresso a offerta libera – prenotazione consigliata. A Milano, Teatro della Contraddizione, il 14/1.

Una serata con Antonio Tabucchi

Versiliadanza per anni ha lavorato sull’opera dell’autore toscano, prima fonte della ricerca coreografica di Angela Torriani Evangelisti che, con Arebours(1993), si ispirò al romanzo Notturno indiano. Dalla scomparsa dello scrittore nel marzo 2012, la coreografa insieme all’attore Gianluigi Tosto ha proceduto per tappe nella rilettura di Tabucchi in più occasioni, dedicate ai temi principali della sua scrittura come il viaggio, il rovescio o il tempo, per approdare alla creazione di teatro, parola e danza in Goodbye Mr Nightingale – Una serata con Antonio Tabucchi. Lo spettacolo attraversa molte delle opere principali come Il gioco del rovescioSostiene PereiraAutobiografie altruiRequiem, Piccoli equivoci senza importanzaI volatili del Beato Angelico in un continuo gioco di specchi, rimandi e relazioni tra le due figure principali in scena.

“Goodbye Mr Nightingale – Una serata con Antonio Tabucchi”, con Angela Torriani Evangelisti e Gianluigi Tosto, accompagnati da lettori e cittadini del territorio del quartire 4, costumi e allestimento Toni Musa, disegno luci Gabriele Termine, scenotecnica Eva Sgrò. A Firenze, Teatro Cantiere Florida, dall’11 al 13/1.

 

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